SCICLI. Da ogni parte della Provincia di Ragusa ma anche da oltre i confini provinciali. Più di duecento le persone che ieri hanno inteso manifestare a favore di Melissa, la giovane mamma che, separata dal marito, è incappata in procedura di sfratto perché la sua casa di contrada "Genovese", alla periferia di Scicli, sarebbe stata venduta all'asta.
E proprio ieri mattina nella casa del popoloso agglomerato extra-urbano della città, folto presidio pacifico "colorato" da tazebao e da cartelloni indicanti la volontà dei presenti di aiutare la giovane Melissa. Ieri nella casa di quest'ultima si sarebbe dovuto presentare l'ufficiale giudiziario per notificare lo sfratto della casa, bene immobile che era stato venduto all'asta e che per permettere all'aggiudicatario di venirne in possesso è stato oggetto di sfratto. Un debito iniziale di 6mila euro maturato fino ad una esposizione maggiore che ha costretto a vendere all'asta la casa. Niente sfratto ieri mattina mentre gli aderenti al movimento dei Forconi e il "Comitato contro le aste" hanno presidiato l'area esterna della villetta dove vive Melissa e due figli minorenni.
«Speriamo che sia uno dei nostri ultimi interventi - ha spiegato Mariano Ferro, leader dei Forconi - ed auspichiamo l'emanazione di una legge che regoli le procedure delle aste giudiziarie. Intanto siamo riusciti a richiamare l'attenzione su questi fatti. Non dobbiamo dimenticare che a Scicli è il secondo dopo quello della famiglia Pacetto e della loro casa di contrada Boscorotondo». Decisa a non lasciare la propria casa la giovane Melissa: «Non abbandonerò la mia abitazione - ha detto - per fortuna queste persone accanto a me mi fanno sentire meno sola. Lotterò fino a quando avrò le forze per dare un tetto ai miei figlioli».
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