MODICA. «Un tentativo disperato di colpevolizzare il nostro modo di amministrare che lascia il tempo che trova», stanno strette alla giunta Abbate le critiche giunte dal Pd sulla vicenda legata all'ammanco di 2 milioni e 200 mila euro dal conto in cui sono stati conservati i soldi del "Salva Enti". «Chi redige queste note, e mi riferisco al Pd che ha governato Modica in questi ultimi 5 anni, è una classe politica inconsistente, responsabile del fallimento finanziario del nostro ente - afferma il sindaco Ignazio Abbate - in particolare mi riferisco ad un Piano di riequilibrio approvato il 31 dicembre 2012 e bocciato dalla Corte dei Conti di Palermo che, in assenza di nuovo piano rimodulato, avrebbe decretato il dissesto. Chi si esprime e insiste ancora sugli ammanchi e sulla nostra incapacità di amministrare, è lo stesso partito che non ha vigilato sul decreto legge 35/2013 e sulla prima tranche disponibile dal 3 giugno 2013 dell'anticipazione di liquidità di 40 milioni di euro. Quei "bruscolini" di cui il Pd parla sono le stesse somme che la precedente Amministrazione non ha controllato causando l'anomalia contabile della quale abbiamo già fornito ampia chiarezza ai cittadini». Anche alcuni consiglieri di opposizione non tardano a dire la loro sull'argomento. Il consigliere comunale, Tato Cavallino, ha definito l'autogiustificazione di Abbate come un monologo che «non soddisfa le richieste pervenute da più parti dai banchi dell'opposizione, compreso il sottoscritto, di maggiore chiarezza e trasparenza sulla vicenda». Lo stesso chiede al sindaco di riferire in Consiglio e di aprire un dibattito per far chiarezza ed informare tutto il consesso cittadino di quanto accaduto, come già annunciato in una sua precedente interrogazione consiliare dello scorso 6 marzo. Il consigliere comunale di Sel, Vito D'Antona, ha puntato il dito sul fatto che ancora una volta è stata la Corte dei Conti, come già avvenuto in occasione della rimodulazione del piano di riequilibrio, sia a luglio che a gennaio, a sostituirsi all'Amministrazione comunale per cercare di mettere ordine nei conti del'ente. «L'impressione che se ne ricava è che a distanza di quasi un anno dalla concessione dei circa 40 milioni di euro che, secondo la legge, dovevano essere versati ai creditori entro trenta giorni dalla effettiva erogazione, e ad ormai circa otto mesi dall'insediamento della nuova Amministrazione, al Comune di Modica nessuno sembra sapere come siano stati spesi trenta milioni di euro e perché a distanza di oltre tre mesi dall'ultima erogazione ci sono in cassa ancora oltre sette milioni, o, secondo il Collegio dei Revisori, oltre nove milioni di euro. La vicenda - assicura D'Antona - non è chiusa e non può finire qui».