RAGUSA. I carabinieri e la Guardia di finanza di Ragusa, coordinati dalla Procura iblea, stanno svolgendo indagini di polizia giudiziaria sul conto di un imprenditore immobiliare ragusano di 60 anni e del figlio di 25 su una presunta attività di riciclaggio di denaro di presumibile provenienza illecita. Le indagini, iniziate nel 2011, hanno subito una svolta dopo il ritrovamento avvenuto l'estate scorsa in una banca di Ragusa di una cassetta di sicurezza, intestata al figlio ma utilizzata da padre, che si sarebbe creato un "salvadanaio" non rintracciabile dalle Fiamme Gialle, nel quale
c'erano contanti e assegni, che sono stati sequestrati.
Dietro all'imprenditore immobiliare ci sarebbe, secondo gli investigatori, un vorticoso giro di operazioni finanziarie con l'inosservanza delle norme antiriciclaggio. Nella vicenda, dopo la segnalazione di operazioni sospette, é intervenuta nella filiale della banca, dalla quale sono stati
allontanati direttore e vicedirettore, anche la Banca d'Italia, che ha poi controllato la sede centrale dell'istituto di credito. Il ritrovamento della cassetta di sicurezza ha permesso agli investigatori di acquisire documenti nelle banche di fiducia degli indagati, distinte, estratti conto e assegni, che hanno portato ieri il Procuratore ad emettere il decreto di perquisizione, eseguito da carabinieri e Guardia di finanza, che hanno controllato un esercizio commerciale dove l'imprenditore quasi ogni giorno si ferma a pranzare, una villa in campagna di proprietà della società immobiliare amministrata dall'uomo e il bar gestito dal figlio attraverso la propria società.
Durante la perquisizione sono stati sequestrati cinque pc e alcuni documenti, compresi alcuni assegni, che ora sono al vaglio degli investigatori.
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