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Omonimo di un latitante, viene arrestato a Ragusa: notte da incubo per un albanese

RAGUSA. Disavventura a lieto fine quella occorsa la notte scorsa a Ragusa ad un albanese incensurato di 32 anni omonimo di un pericoloso latitante connazionale ricercato dall'Interpol, controllato dai carabinieri e  rilasciato dopo un'intera notte in caserma. La paradossale vicenda ricorda il film «Fracchia la belva umana», con Paolo Villaggio. La verità è venuta a galla dopo un confronto dei suoi dati con quelli della banca dati di Schengen e della foto del ricercato e dei suoi dati antropometrici avuti attraverso il Servizio di cooperazione internazionale di Roma. L'uomo era stato portato in caserma dopo essere stato fermato intorno all'una di notte dai carabinieri per un controllo mentre era un auto con il fratello di 30 con il quale conduce un'azienda agricola. Ad insospettire i militari il fatto che il fratello non aveva documenti e che il sospettato era in possesso di due passaporti, a lui intestati ed autentici, che riportavano una data di nascita di due giorni successiva a quella del ricercato, e di una patente di guida sulla quale, per un errore, la data di nascita risultava la stessa di quella del latitante. I militari hanno accertato che l'uomo aveva perso il passaporto, sporto denuncia e richiesto un duplicato, e che poi aveva ritrovato il documento, omettendo però di denunciare l'accaduto. Al termine della nottata trascorsa in caserma l'albanese ha confidato ai militari che già aveva vissuto una esperienza analoga in occasione di un suo viaggio nel suo Paese, dove la polizia lo aveva fermato credendo che fosse il ricercato internazionale.

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