RAGUSA. La Polizia di Stato di Ragusa ha fermato il tunisino Lamjed Ben Yahyia, 49 anni, accusato di essere lo scafista di un barcone con 269 migranti salvati il 16 febbraio scorso nel canale di Sicilia e poi portati ieri a Pozzallo.
Tutti i profughi ascoltati come testimoni hanno detto alla polizia ''di aver deciso di fuggire dai loro paesi d'origine in quanto le condizioni di vita erano terribili, tra guerre civili e dittatura. Una volta deciso di scappare, la strada 'obbligatoria' è quella di andare in Libia dove le organizzazioni criminali locali si occupano di reclutare i poveri disperati ed in cambio di circa 4.000 euro li mettono su imbarcazioni precarie per far raggiungere le acque internazionali dove poi chiedono soccorso in modo preordinato e strumentale''.
Secondo gli investigatori il tunisino ''ha percepito ingenti somme di denaro al fine di procurare l'ingresso clandestino in Italia dei migranti messi in serio pericolo di vita considerate le condizioni dell'imbarcazione utilizzata per la traversata. I testimoni dopo aver fornito un'attenta descrizione dei responsabili dell'organizzazione criminale, indicavano senza alcun dubbio colui che aveva condotto l'imbarcazione, elemento di una complessa associazione a delinquere''. Il tunisino era
stato fermato altre volte in Italia
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