MODICA. L'ennesimo furto di cavi elettrici, avvenuto nella notte tra venerdì e sabato scorsi ha gettato nel buio, da cinque giorni, un'intera contrada ubicata a pochi chilometri dal centro abitato di Modica, sulla strada per Mangiagesso. La contrada è quella denominata Scardacucco. Una contrada abitata da diverse famiglie, tra di loro molti i bambini e gli anziani, senza corrente elettrica da ormai più di metà settimana. Una situazione intollerabile. «Non ce la facciamo più - dichiarano i residenti della zona - abbiamo sollecitato l'Enel allo scopo di ripristinare con celerità il servizio e dopo il sopralluogo dei tecnici ci è stato comunicato che considerata l'entità del danno dei cavi occorre tempo per ripristinare il servizio». Sull'argomento è intervenuto il consigliere comunale di Ncd, Massimo Puccia, che facendosi portavoce dei cittadini ha posto la questione nella seduta di Consiglio di martedì scorso chiedendo al sindaco Abbate di intervenire celermente per il ripristino del delicato problema. Sin da subito il primo cittadino si è attivato chiedendo al dirigente del Commissariato di Polizia di Modica, Maria Antonietta Malandrino, di intensificare i controlli nella zona per scongiurare atti malavitosi o furti. Il primo cittadino ha già inviato una lettera al prefetto chiedendo di intervenire sulla questione. Anche il parlamentare nazionale Nino Minardo, sollecitato dai residenti e dai proprietari di aziende che insistono nella zona e che stanno subendo gravi danni economici per il protrarsi di questo disservizio, è intervenuto ieri nel tentativo di risolvere il problema. Nel frattempo i tecnici dell'Enel stanno lavorando sul posto anche, se considerata l'entità del danno, fanno capire che i tempi saranno lunghi. Fatto, questo, che preoccupa i cittadini non solo per i disagi legati al buio, al freddo e non solo, ma anche per la paura di essere oggetto di furti o di atti delinquenziali ad opera di malviventi così come si è già verificato nella zona in queste ultime settimane. La speranza è che il riallaccio avvenga prima possibile e non tra 90 giorni e i sei mesi previsti da regolamento in casi come questi.
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