Ragusa

Martedì 26 Novembre 2024

Certificato antimafia omesso, a Ragusa revocati dirigenti Irsap

PALERMO. La mancata richiesta della certificazione antimafia per un appalto da 3,6 milioni di euro fa scattare la revoca dell'incarico di dirigente responsabile dell'ufficio periferico dell'Irsap di Ragusa e il contestuale avvio del procedimento disciplinare anche per il funzionario rup (responsabile unico del procedimento).
Si tratta – secondo quanto si apprende – dell'ingegnere Franco Poidomani, ex direttore generale dell'Asi di Ragusa e fino a pochi giorni fa responsabile dell'Ufficio Irsap (Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive) di Ragusa e di Gaetano Migliore, funzionario dell'Asi di Ragusa.
Il provvedimento è stato adottato dall'Istituto regionale per le attività produttive, presieduto da Alfonso Cicero, che ha presentato un esposto all'autorità giudiziaria.
Sotto la lente di ingrandimento un appalto per la realizzazione delle opere di urbanizzazione della zona industriale di Ragusa, per un importo di 3,6 milioni di euro, e il contratto sottoscritto nel mese di aprile 2011 tra l'Asi di Ragusa ed “Edilbeta s.r.l.” di Caltagirone.
I due funzionari avrebbero, ognuno per le rispettive competenze, omesso di chiedere alla Prefettura di Ragusa l'informativa antimafia – così come previsto dal protocollo Carlo Alberto Dalla Chiesa - nei confronti di “Edilbeta”.
L'impresa, che ha già ha realizzato gran parte dei lavori, è stata coinvolta ad ottobre 2013 nell'inchiesta “Reddite viam”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, in cui furono arrestati l'amministratore delegato della Fip industriale di Padova, Mauro Scaramuzza, l'ingegnere Achille Soffiato, padovano, per concorso esterno all'associazione mafiosa, Gioacchino Francesco La Rocca, 42 anni, figlio del capomafia detenuto «Ciccio», suo cognato Giampietro Triolo, e il fratello Gaetano.
Secondo i magistrati la Fip avrebbe favorito due ditte controllate dalla storica famiglia calatina dei La Rocca, la "To Revive” e la “Edilbeta Costruzioni”,affidando loro dei lavori in subappalto stipulando contratti di spesa molto elevati.
In seguito all'operazione i carabinieri hanno eseguito anche il sequestro preventivo delle società «To Revive s.r.l.» e «Edilbeta Costruzioni» con l'affidamento a custode giudiziario.

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