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Zero emissioni e tutela del paesaggio, Irminio presenta il «cogeneratore»

Il sindaco Piccitto presente all’inaugurazione dell’impianto. Il calore messo a disposizione del mondo agricolo

RAGUSA. Arrivare ad emissioni zero, garantire la sicurezza, non contaminare il paesaggio e, quando possibile svolgere un ruolo di ricerca che possa essere utile alla popolazione. La Irminio ha presentato a Ragusa il suo nuovo cogeneratore, capace di trasformare il gas di scarto dell’attività di estrazione in energia elettrica ed energia termica. Il calore lo mette a disposizione del mondo agricolo ma ancora bisogna capire come. Il giacimento della Irminio Srl avrà una seconda fase, esplorativa, per vedere quanto sia esteso perché la qualità del prodotto è ottima. Si faranno delle altre perforazioni, l’iter autorizzativo è partito nel 2011; si scaverà a poco più di un chilometro a nord est dell’attuale impianto. Tutto dichiarato con tanto di cartelloni esposti. «Non abbiamo alcuna preclusione né idea preconcetta - dice il sindaco Piccitto, presente all’inaugurazione dell’impianto -. Gli investimenti sono visibili, la cogenerazione e l’idea di utilizzare il gas anche per usi agricoli è interessante, siamo in mezzo alla natura, fa impressione». Le perforazioni finalizzate all’estrazione di idrocarburi sono state oggetto di vibranti proteste qualche anno fa, anche da una parte delle associazioni ambientaliste. Ieri le associazioni sono state invitate, ma era presente solo «Amici della Terra», con la presidente Rosa Filippini che ha elogiato il metodo, ha criticato l’impatto dei pali eolici (posizione assunta anche da Piccitto) per fare notare, invece «il basso impatto di una struttura, il cogeneratore, che ingombra quanto un autobus e non fa disperdere energia e calore». Energia che ancora non può essere inviata in rete perché la rete siciliana non è in grado di accogliere l’energia prodotta. Un problema ricordato da Giorgio Cappello, presidente regionale delle Piccole e medie imprese di Confindustria che ha lamentato con forza anche il perdurare dell’assenza di un piano energetico regionale: «Senza sapere quale sarà la linea di sviluppo energetico della nostra Regione, le imprese che operano in questo campo non possono sbloccare investimenti». L’attività di estrazione di idrocarburi a cui è collegato l’impianto di cogenerazione produce giornalmente 380 barili al giorno, oltre al gas. «E si tratta di un giacimento che ha la migliore qualità di olio della Sicilia - aggiunge Pica -, tra i migliori d’Italia». Un anno per avere tutte le autorizzazioni necessarie perché il cogeneratore, prodotto interamente italiano, integra uno stabilimento che sorge in una zona ad alto pregio paesistico con stretti vincoli di tutela, in mezzo alla campagna iblea. La Coldiretti è pronta a dialogare da subito. Ma ci sono delle difficoltà: «Un’idea è quella di alimentare le serre - dice Gianfranco Cunzolo, presidente provinciale di Coldiretti - che però, con i vincoli di tutela di quest’area non sono compatibili». «Ci sono i vincoli, ma si possono anhe studiare delle soluzioni - dice il sindaco -. Abbiamo chiesto che la società Irminio ci metta a disposizione lo studio idrogeologico che ha realizzato. Oggi non vediamo motivi validi per opporci. È bene però che la gente sappia come queste attività vengono svolte con più dettagli possibili». Il calore sarà possibile trasferirlo convogliato ma a non più di due chilometri di distanza dal luogo di produzione. «Anche queste risorse costituiscono la nostra Bei, la banca degli investimenti - dice Piccitto - ed è un punto di riflessione importante».

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