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Ragusa, tagli alle sedi Inps: protestano i dipendenti

RAGUSA. Si sono mobilitati anche i lavoratori della sede iblea dell'Inps per protestare contro i tagli alla produttività. A sostenere la battaglia, su scala nazionale, le federazioni del pubblico impiego di Cgil, Cisl, Uil e Cisal. Ieri mattina i dipendenti ed i rappresentanti sindacali hanno dato vita ad un partecipato sit-in dinnanzi la sede provinciale di via Leonardo Da Vinci a Ragusa. L'intento è di scongiurare, come sta avvenendo su scala nazionale, i tagli alla produttività dei lavoratori, che verranno effettuati dopo la bocciatura da parte della Ragioneria generale dello Stato del piano contenente le misure di riduzione della spesa presentato dall’Istituto previdenziale. Il sit-in è rientrato nell'ambito delle manifestazioni indette in tutte le sedi provinciali Inps e scaturisce dalla necessità di dire «no» a ciò che si intende approvare con la legge di stabilità 2013, con esplicito riferimento al taglio delle risorse rivolte ad incentivare la produttività destinabile ai lavoratori per effetto dell'articolo 18 della Legge 88/1989.

I sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione e denunciano il «nuovo pesante attacco nei confronti dei lavoratori dell’istituto. Non permetteremo – hanno dichiarato all'unisono i sindacati - nessun taglio alle retribuzioni in godimento e nessuna ulteriore riduzione delle risorse destinate all’erogazione dei servizi previdenziali». Cgil, Cisl e Uil dicevano: «Tagliare i finanziamenti ai progetti speciali è ingiusto e insensato. In primo luogo perché si penalizzerebbero, ad obiettivi raggiunti, lavoratori già sottoposti a blocco dei contratti. In un momento difficile come questo, con disoccupazione e cassa integrazione alle stelle, l’Inps non può essere utilizzato come il bancomat a cui ogni governo può attingere a piacimento che stigmatizzano non solo la forte riduzione del personale, passato in un decennio da 40mila a 26mila unità, ma anche il continuo accanimento sui bilanci degli enti previdenziali, ultimo dei quali il taglio di 240 milioni di euro disposto dalla legge di stabilità».

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