RAGUSA. «La priorità, oggi, anche per le piccole e medie imprese della provincia di Ragusa, è l'abbattimento del cuneo fiscale e la necessità di rendere il lavoro più conveniente. Solo così i sacrifici fatti negli ultimi mesi non saranno stati vani e ci consentiranno di puntare verso una nuova fase di crescita e di sviluppo».
Questo il pensiero di Giuseppe Massari, presidente provinciale della Cna. E ciò prendendo spunto dall'ultimo dato diffuso dalla Cgia di Mestre e che riguarda anche il nostro territorio, vale a dire che ogni italiano verserà, nel 2013, per imposte, tasse e contributi la media di 11.629 euro, vale a dire il 120% in più di quanto pagato nel 1980. «Emerge quanto sia oneroso - aggiunge Massari - quanto sia oneroso il peso di tasse e imposte per le nostre imprese. Se pensiamo che la pressione fiscale raggiungere il 44,2% del Pil locale nel 2013 ci rendiamo conto di come siamo sul livello di record negativi che mai sono stati toccati in passato. Sempre con riferimento al 1980, possiamo dire che si tratta di ben 12,8 punti percentuali in più. Una enormità. Così come è impensabile che, così come accadrà in questo 2013, le imprese abbiano lavorato solo ed esclusivamente per il fisco dall'inizio dell'anno sino alla metà di giugno, una cosa insopportabile. Purtroppo, continuiamo ad assistere ad un dibattito politico che poco o nulla ha a che vedere con la crescita economica». Massari aggiunge: «Anche a livello locale sollecitiamo la definizione di due percorsi che si rendono indispensabili tra l'altro in un momento in cui, essendoci molte aziende in cassa integrazione, con il percorso di molti tra questi che si risolverà in perdita del posto del lavoro, è essenziale trovare le condizioni per incentivare le aziende ad assumere». Secondo Massari, dunque, gli aspetti da sollevare sono in particolare due. «Intanto - continua - dobbiamo muoverci perché si abbia davvero l'opportunità di potere contare su un abbattimento del costo del lavoro. Servono provvedimenti immediati, urgenti, non più parole. È necessario dare un segnale alle aziende ancora in vita affinché le stesse possano programmare il futuro e, nello stesso tempo, valutare l'opportunità, essendo stimolate a farlo, di creare nuovi posti di lavoro. La seconda questione è ancora una volta legata all'accesso al credito. Purtroppo, tutti i buoni propositi del passato, anche recente, non sono serviti a determinare uno sblocco efficace della situazione. Riteniamo che ci voglia una presa di consapevolezza fondamentale per fare in modo che gli istituti di credito tornino a svolgere il loro ruolo principe, che è quello di prestare denaro alle imprese per consentire alle stesse di investire su idee e tecnologie. Una questione cruciale anche per la provincia di Ragusa. Allo scopo di uscire, il prima possibile, da questa fase di stagnazione che, se prosegue ancora per un altro poco, non promette alcunché di buono».
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