RAGUSA. A rischio ci sono prestazioni sociali e tanti posti di lavoro. Per questa ragione il presidente provinciale Confcooperative, Gianni Gulino, con l’assistenza del responsabile Emanuele Lo Presti, ha presentato una mozione alla Consulta dei consigli comunali di recente costituzione. La bozza ha come oggetto la richiesta per scongiurare l’aumento dell’Iva in danno alle cooperative sociali che erogano prestazioni socio-sanitarie e che occupano migliaia di lavoratori. La legge 381 del 1991 ha definito le cooperative sociali individuando in esse lo strumento idoneo per il perseguimento di finalità sociali di interesse generale e di promozione umana, da realizzare attraverso la gestione di servizi socio-sanitari, educativi e di attività produttive, attraverso i quali permettere l’integrazione lavorativa di persone svantaggiate e disabili. Attualmente, le prestazioni socio-sanitarie erogate dalle cooperative sociali sono soggette all’Iva al 4% fino alla fine del 2013 per poi passare, stante la normativa prevista dai commi 488, 489 e 490 dell’articolo 1 della legge di stabilità 2013, al 10% nel 2014. In Italia ci sono circa 12.000 cooperative sociali e loro consorzi che occupano 380.000 persone e raggiungono con i loro servizi 7 milioni di cittadini. Il 66% del fatturato della cooperazione sociale arriva dagli enti pubblici, il 34% direttamente dagli utenti e dalle loro famiglie. È il mondo delle comunità d’accoglienza per giovani o minori, di tanti asili nido, dei servizi socio-sanitari per anziani e disabili, e altro ancora. «Se effettivamente tale aumento, pari al 150 % - prosegue Gulino – dovesse verificarsi, si metterebbero in ginocchio centinaia di cooperative del settore socio sanitario ed educativo con l’effetto di una considerevole perdita di posti di lavoro».