RAGUSA. La produzione è destinata a scomparire. Troppo basso il prezzo delle carrube tra 20 e 25 centesimi al chilo. Che non riesce a coprire neppure i costi della raccolta. Il potere contrattuale lo detengono in pochi. Piccoli magazzini che raccolgono la produzione di carrube di una vasta area del territorio ragusano. Un mercato di nicchia che rischia di essere travolto da un‘assurda legge di mercato. Manca, di fatto, un consorzio o un'aggregazione di produttori con un magazzino annesso, che possa dare man forte ai piccoli imprenditori. Un prezzo equo frutto di una contrattazione tra i produttori, rivenditori e organizzazioni di categoria. «Siamo in balia di un mercato che non tiene conto delle spese necessarie per la raccolta e la produzione - spiega Saro Biazzo, componente del direttivo della Coldiretti ragusana - si rischia di distruggere una realtà importante per il territorio che rappresenta in alcune porzioni, per la qualità del prodotto e per la genuinità dei prodotti trasformati, un mercato di nicchia». Per anni la Coldiretti iblea ha chiesto la costituzione di un consorzio per addivenire ad un prezzo equo per i singoli produttori. «Il tentativo non ha sortito gli effetti sperati - aggiunge Biazzo». Secondo i dati Istat sarebbero destinati alla coltivazione di carrubo 26 mila ettari di terreno ubicati nei comuni di Ragusa, Modica, Scicli e Ispica, in maniera marginale nelle altre realtà. Il territorio ragusano, con le differenti caratteristiche topografiche e altimetriche, presenta una non regolare distribuzione dei carrubeti dovute alle esigenze pedo climatiche della pianta. Il carrubo si condensa in una realtà territoriale circoscritta tra i 70 e i 300 metri d'altitudine sul livello del mare. Lungo la provinciale 25, Ragusa Mare e nelle contrade a ridosso del castello di Donnafugata. «Siamo in presenza di piante secolari - afferma Mattia Occhipinti, imprenditore agricolo e figura ”storica” della Coldiretti - che rappresentano la storia del carrubo in Sicilia. Per i piccoli produttori dovrebbero rappresentare un valore aggiunto ma in realtà, con un prezzo così basso, che oscilla tra i 20 e i 30 centesimi al chilogrammo, la raccolta è gravemente compromessa. Pagare un operaio, 50-60 euro al giorno per la raccolta, significa sforare e di molto il costo preventivato. Il nostro auspicio, come produttori di carrube, che ci sia una chiara e netta inversione di tendenza con un prezzo equo. In queste condizioni la produzione ed anche la commercializzazione è destinata a scomparire». Le carrube, nel ragusano, hanno un mercato legato ai prodotti trasformati: dai mangimi all'industria alimentare. Le carrube hanno un gusto che richiama quello del cacao con la differenza però di essere ricche di proprietà nutrienti e meno caloriche.
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