RAGUSA. Più saldi meno soldi nel settore dell’abbigliamento. Con una flessione, sugli acquisti, in termini percentuale pari al 20 per cento rispetto allo scorso anno. Secondo quanto rivela il Codacons le riduzioni nelle vendite rispetto agli sconti estivi del 2012 variano dal 17% al 20%, con scontrino medio di 30 euro. Il budget da dedicare agli acquisti, in questo scorcio d’estate, per i consumatori ragusani, si è praticamente dimezzato. Sula telefonia i dati confermano un exploit a doppia cifra nonostante la crisi. «L’andamento dei saldi è simile alla situazione economica di molte famiglie ragusane – spiega Angelo Chessari, commerciante e figura storica dell’associazione commercianti – si compra solo ciò che si ritiene indispensabile con acquisti di valore ridotto. La situazione economica è molto complessa e sperare, in questa fase, in una ripresa è prematuro». Discorso a parte la rivitalizzazione del centro storico con la pedonalizzazione di via Roma.
«È un discorso in itinere – aggiunge Chessari - la nuova amministrazione, con il sindaco Federico Piccitto, dovrebbe incontrare gli operatori commerciali del salotto della città per studiare insieme interventi a medio e a lungo termine. Non servono grandi investimenti in termini economici ma iniziative per rendere più accogliente e appetibile il centro storico dove insistono le attività commerciale». La crisi ha travolto il settore dell’abbigliamento. «Sulla telefonia registriamo un dato davvero interessante – aggiunge Salvatore Marinelli, titolare di un negozio di telefonia mobile - abbiamo un exploit a doppia cifra sintomo di un settore in grande crescita. I nostri consumatori sono attratti dalle offerte e dal nuovo telefonico da regalare magari all’amico e alla moglie. Nonostante il periodo di recessione la telefonia sembra davvero un momento di straordinaria crescita frutto di investimenti pubblicitari e di promozioni ad ampio raggio sui network nazionali».
Nel centro storico da via Hodierna a corso Italia la crisi ha spazzato via decine di attività commerciali. «Siamo rimasti veramenti in pochi in quella che, fino a pochi anni fa, era il centro commerciale della città - afferma Vittorio Failla, titolare di un negozio di abbigliamento in corso Italia – . Le vendite registrano una flessione del 20 - 25 per cento rispetto ad un periodo disastroso come l’estate del 2012. Siamo convinti che i margini negli acquisti si sono dimezzati e si aspettano solo i periodi degli sconti per comprare una camicia o un paio di pantaloni».