Ragusa

Mercoledì 27 Novembre 2024

Donnalucata, Micenci off-limits per i bagnanti

SCICLI. Un’altra domenica di disagi per i bagnanti impossibilitati a poter fruire della spiaggia di Micenci divenuta, a causa di un fenomeno sotterraneo, una estesa palude. E costretti a “migrare” nell'attigua spiaggia di Fosso di Guardia e Palo Rosso. I canali di deflusso verso il mare realizzati nei giorni scorsi non hanno allentato la presenza di acqua sulla battigia lasciando che la grande spiaggia di Micenci, sita proprio davanti al centro abitato di Donnalucata, nel versante est della borgata, rimanesse impraticabile. La sorgente naturale (in dialetto chiamata “Ugghi”), che sgorga sulla spiaggia delimitata da una transennatura, ha perduto di fatto il suo corso naturale (per cause ancora sconosciute) tant'è che le sue acque si sono fatte strada lungo tutto il sottosuolo dell'arenile di Micenci, diventato un grande pantano. I lavori disposti dall'Ufficio tecnico dovrebbero favorire il deflusso delle acque dolci affioranti verso il mare mentre l'ipotesi di un ripascimento sabbioso sembra essere stato escluso perchè considerato inutile. «L’esperienza insegna che la situazione si è normalizzata in passato quando il potenziarsi della vena di acqua dolce sotterranea ha permesso al fiume carsico di ingrossarsi e di abbattere la resistenza della sabbia in un sito puntuale – spiega l'amministrazione comunale - la situazione a Micenci è monitorata quotidianamente dai tecnici comunali, ma non è pensabile che si possa imbrigliare, regimentare e dirottare un fiume carsico in una realtà dove l’antropizzazione e l’edificazione hanno determinato una situazione di fatto difficilmente modificabile. La vicenda è complessa ed il Comune, con serenità, afferma che la situazione è particolarmente incresciosa. Ricercare responsabili negli amministratori attuali, recenti o passati, equivale a voler strumentalizzare un fenomeno naturale non condizionabile. Come non è condizionabile l’eruzione di un vulcano, o il corso di un fiume che attraversa le viscere della terra per guadagnarsi il mare».

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