Ragusa

Mercoledì 27 Novembre 2024

Modica, mea culpa del consiglier Grassiccia: "Chiedo scusa al ministro Kyenge"

MODICA. «Chiedo scusa a tutta la comunità e al Ministro Cécile Kyenge. Rivolgo le mie scuse a Modica, città che insieme agli altri consiglieri rappresento. Non volevo che le mie parole risultassero offensive e di cattivo gusto». Il consigliere comunale di Fare Modica, Peppe Grassiccia, fa retromarcia riguardo le dichiarazioni postate lo scorso 29 giugno sul proprio profilo Facebook nei confronti della ministra, probabilmente per arginare il "putiferio" che il commento aveva scatenato anche in ambito nazionale visto che se ne sono occupati anche i principali media italiani. «Non ho mai avuto in vita mia atteggiamenti razzisti - puntualizza Grassiccia, uno dei tanti nuovi, giovani consiglieri comunali - spero che chiunque, dai cittadini modicani ai miei più cari amici e ai partiti politici, abbiano la bontà di accettare le mie scuse. E' doveroso farlo. L'interesse primario del consiglio comunale e dell'amministrazione tutta è quello di agire per il bene della città, cercare di affrontare nel migliore dei modi i problemi che affliggono Modica salvaguardando l'identità e le nostre tradizioni. Mi rincresce che la vicenda e le polemiche che ne sono conseguite abbiano distolto l'attenzione dalle reali questioni della città». Grassiccia annuncia di volere rivolgere da questo momento la sua attenzione alla promozione dei valori che lo hanno sempre accompagnato nel rispetto del lavoro svolto da tutte le cariche. «La Kyenge non la conosco e ovviamente non sono nessuno per giudicarla, ma invece di essere integrata nel governo italiano perché non si metteva a disposizione del Congo per risolvere i problemi del suo paese, che purtroppo ne ha una miriade»? Questo in sintesi il post dell'esponente politico modicano che ha scatenato un vespaio di polemiche. Dall'interessata nessuna replica ma il suo portavoce Cosimo Torno, qualcosa aveva detto: «Un no-comment è più che significativo e vale più di tante parole. E’ uno stillicidio di dichiarazioni che da tempo stanno coinvolgendo la ministra non se ne può davvero più».

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