SCICLI. Si parte. Undici anni di attese sono stati tanti. Ora tutto è pronto. A settembre inizieranno i lavori per la messa in sicurezza, il consolidamento ed il restauro dell'ex convento del Carmine a Scicli che ospiterà il museo cittadino di arte sacra. I direttori dei lavori e progettisti delle opere, l'architetto Luigi Carnemolla e l'ingegnere Bartolo Bonvento, alla presenza dei proprietari, hanno perfezionato ieri le pratiche di immissione in possesso, che hanno preso parecchio tempo, sia del suolo che dei locali che sono stati espropriati ai diversi proprietari e che ricadono nell'area dell'ex convento, sito nella piazza omonima in pieno centro storico. Di fatto la ditta potrà iniziare i lavori che prevedono anche la riapertura di un colonnato nella parte centrale dell'immobile e del cortile stesso. Il ripristino del colonnato porterà lustro all'intero complesso monastico. Precrizione al progetto, posta dalla Soprintendenza ai beni culturali di Ragusa, è stata la previsione dell'impianto di illuminazione a led che i progettisti Carnemolla e Bonvento hanno eseguito già prima della gara di appalto. I due professionisti hanno, infatti, perfezionato il progetto con la previsione dell'impianto di illuminazione che era stato richiesto dalla Soprintendenza nel corso della conferenza di servizio di approvazione del progetto complessivo di messa in sicurezza dell'antico immobile. L'aggiornamento con le nuove tecnologie in fatto di rete elettrica ed illuminazione della struttura, consegnato al Dipartimento provinciale di Protezione civile, aveva rappresentato il penultimo tassello; l'ultimo quello della messa in possesso dei locali e delle aree del piano terra dell'immobile. L'ex convento, nel piano di ripartizione dei fondi per il recupero degli immobili danneggiati dal terremoto di Santa Lucia del 13 dicembre del 1990, ha beneficiato di finanziamenti per oltre 4 miliardi delle vecchie lire, per la precisione 2 milioni e 375 mila euro. Subito dopo l'assegnazione dei fondi da parte dell'assessorato regionale alla Presidenza è stato affidato l'incarico ai progettisti esterni Luigi Carnemolla e Bartolo Bonvento. Da allora è iniziato il lungo calvario anche perchè il recupero dell'immobile settecentesco, uno dei più raffinati gioielli del Val di Noto, è rimasto legato all'utilizzo dei bassi di proprietà privata. Troppe le resistenze trovate negli anni perchè ci sono stati proprietari che non hanno voluto cedere neanche un centimetro di quel grande palazzone che è l'ex convento dei Carmelitani di piazza Busacca, in parte di proprietà del Comune, in parte della Curia, in parte del Fec, il Fondo Edifici Culto che fa capo al Ministero dell'Interno, e in parte di privati. Il calvario è finito.