MODICA. Si acuisce la protesta di agricoltori e proprietari terrieri delle Contrade Pozzo Cassero, Balatazza e Santo Vito a Modica dopo l’incontro promosso dall’apposito comitato per fare il punto della situazione sulla questione riguardante i lavori avviati e mai completati dal Consorzio di Bonifica Provinciale numero 8 che ha pure dato il via ad una serie di pratiche di esproprio per ultimare un’opera rivelatasi finora assolutamente inutile.
All’incontro hanno partecipato anche alcuni agricoltori di Contrada Raddusa, dove sono stati pure avviati dall’ente consortile lavori d’investimento. Dal confronto con gli imprenditori agricoli sono emersi aspetti inediti, alcuni davvero singolari.
“Il Consorzio di Bonifica – dicono le parti interessate – non solo non ha mai arrecato alcun beneficio all’economia agricola della zona ma, anzi, ha fatto al contrario, tra infrastrutture lasciate incompiute nelle proprietà private, servitù di passaggio che gravano sui terreni agricoli, varchi di accesso ai fondi mai rimessi a posto, e altro. L’ente ha solo danneggiato le imprese agricole insediate e depauperato il valore delle proprietà agricole delle contrade”. E’ stato deciso di formare un comitato rappresentativo formato da dodici componenti. La rappresentanza è formata da Rosario Spadola, Giuseppe Leggio, Alessandro Candido, Angela Scrofani, Giorgio Giannì, Carmelo Fratantonio, Carmelo Sigona, Manuele Iemmolo, Vincenzo Gennuso, Giovanni Corallo, Carolina Leggio, Misicoro Brafa. Il comitato è già stato ricevuto dal sindaco di Modica, Ignazio Abbate, al quale sono state presentate delle richieste specifiche: l'immediata cessazione degli investimenti programmati nella zona; l'annullamento di ogni onere consortile, pregresso e futuro, cartellizzato e non; la cessazione di tutte le servitù che gravano sulle proprietà private visto che le infrastrutture non saranno mai utilizzate. Il primo cittadino ha ritenuto di doversi attivare immediatamente ed ha indetto una conferenza dei servizi per lunedì 22 luglio, alle 16, in Municipio. Il commissario straordinario per i Consorzi, Giuseppe Di Mino, da un lato si manifesta esterrefatto per la protesta, dall'altro ritiene doveroso sottolineare che c'è da migliorare la perequazione del tributo che le parti sono tenute a pagare.
"Il tributo - replica - va pagato ma per unità di reddito e non per superficie. Su questo mi adopererò. Per il resto mi sembra paradossale la protesta laddove c'è acqua. Siamo in una regione in cui per l'agricoltura di qualità e' presente l'acqua. Vogliamo ristrutturare, invece, attraverso il finanziamento per il piano di agricoltura rurale, le piccole reti oramai fatiscenti perché realizzate da decenni e nelle quali la manutenzione e' stata fatta in ritardo".
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