RAGUSA. Oltre 400 firme raccolte per chiedere al Comune l'Istituzione del Registro per le unioni civili. Le firme (ne sarebbero bastate trecento secondo quanto prevede lo statuto comunale) sono state depositate all'ufficio protocollo di Palazzo dell'Aquila. Ieri mattina, in conferenza stampa, i responsabili dell'associazione «Partecipiamo» che ha promosso l'iniziativa, hanno spiegato in dettaglio i contenuto della proposta con tanto di bozza di regolamento. Presenti il neo presidente del Consiglio comunale Giovanni Iacono, Paolo Frasca, Marco Dimartino e Marco Iannizzotto. «La raccolta di firme era iniziata a maggio – ha spiegato Frasca -. Abbiamo dovuto fare un'opera di sensibilizzazione e soprattutto di chiarificazione, per spiegare bene di cosa si trattasse. Qualcuno pensava fossero addirittura le adozioni alle coppie omosessuali. Abbiamo, invece, spiegato ai cittadini che si trattava di estendere i diritti delle coppie sposate anche a chi convive da almeno un anno». Ovviamente l'intervento riguarda alcune sfere: dalla casa alla sanità, dai servizi sociali alla scuola. «Ritengo che questo tipo di iniziativa sia molto importante – ha affermato Giovanni Iacono - Lunedì verrà convocata la prima conferenza di capigruppo ed intendo porre all’ordine del giorno la questione. Questa è una tematica che merita un approfondimento in consiglio comunale poiché evidenzia un fenomeno sociale di cui non si può più non tenere conto. Le coppie di fatto in Italia sono persone spesso legate da vincoli di grande affettività ma senza diritti. Chi svolge un ruolo pubblico ed istituzionale deve interessarsi a questo, pertanto mi impegnerò in prima persona affinché il massimo consesso cittadino dia risposte in tempi assolutamente brevi». Dimartino ha aggiunto: «In assenza di una legge nazionale possiamo intervenire esclusivamente nell’ambito dell'autonomia locale, eppure questo rappresenterebbe già un enorme passo avanti. Attualmente sono oltre 150 i comuni in Italia che hanno intrapreso questo percorso». Sul tema delle Unioni civili c'era stata grande apertura in campagna elettorale anche da parte di altre coalizioni, tra cui quella del candidato Giovanni Cosentini che pensava ad un referendum.
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