RAGUSA. Salvaguardare le spiagge. E' questo l'appello che Legambiente ha rivolto a tutti gli enti e le autorità competenti. «Ne va della salvaguardia di quello che rimane della costa iblea, purtroppo già ampiamente deturpata dalla cementificazione» - spiegano gli ambientalisti.
«In vista dell'avvio della stagione balneare, sulle coste siciliane - spiega l'associazione - stanno nascendo come funghi strutture di ogni tipo, dalle semplici aree per il noleggio di ombrelloni a veri e propri complessi balneari con tanto di ristoranti e locali notturni». Secondo Legambiente, in varie parti dell'Isola, e il rischio non sarebbe scongiurato nemmeno nel territorio ibleo. «Molte di queste opere sono in contrasto con il vincolo di inedificabilità assoluta esistente sulle coste, che puo essere derogato solo per opere a diretta fruizione del mare per le quali legge e giurisprudenza prevedono il rispetto di criteri rigorosissimi».
Per questa motivazione l'intervento degli ambientalisti è stato ad ampio raggio, con la presentazione di un esposto a tutte le Procure siciliane e alle Capitanerie di Porto dell'Isola. Purtroppo, sottolinea l'associazione ambientalista «a tale assalto di strutture balneari non stanno sfuggendo neanche le aree di grandissimo interesse ambientale, vincolate a riserva naturale». Il riferimento è a siti di altre zone dell'Isola, ma a livello locale si vuole comunque tenere alta l'attenzione.
«Con l'ambigua dizione di chioschi si sta realizzando di tutto sulle coste siciliane, prevedendo in alcuni casi addirittura le vasche imhoff per il trattamento dei reflui interrate nelle spiagge - denuncia Mimmo Fontana, Presidente Regionale di Legambiente Sicilia -. Chiediamo alla Regione la revoca in autotutela di queste concessioni ed accertamenti a tappeto da parte di tutte le Capitanerie di Porto della Sicilia».
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