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Nessun taglio ai costi della politica: in Consiglio manca il numero legale

Affossata la proposta del Pid e ignorata quella del commissario Rizza. È polemica sulla variante al Piano regolatore

RAGUSA. La città soffre i tagli a contributi e servizi, il Consiglio comunale chiude le proprie sedute ordinarie senza tagliare un centesimo ai costi della politica. La proposta del Pid di tagliare il numero delle commissioni è stata affossata in modo bipartisan, e i capigruppo non hanno nemmeno voluto portare in aula la delibera del commissario con cui si fermava il fenomeno delle presenze «mordi e fuggi» . Consiglieri che per meno di cinque minuti di presenza alle commissioni percepiscono il gettone. Continueranno ad esserci, grazie al silenzio del Consiglio da ieri decaduto (lunedì seduta sul bilancio, ma in via straordinaria). Prima il rinvio della trattazione del punto proposto dal consigliere Pdl, Maurizio Tumino, slittato a due giorni prima della scadenza del consiglio. E le assenze, con la conseguente mancanza legale numero legale ha fatto il resto con la "casta" che ha protetto i propri privilegi. Un operazione elettorale per alcuni consiglieri che però hanno dato il via libera alla variante al Prg che permette di costruire in verde agricolo. I consiglieri, nonostante le dichiarazioni favorevoli sulla stampa, si sono guardati bene dall'approvare la delibera che regola la pubblicazione dei redditi personali di sindaco, assessori e consiglieri. Non si trattava, in questo caso, di una proposta politica, ma di una chiara disposizione di legge. Sulla proposta del Pid interviene il capogruppo Giorgio Mirabella: «I consiglieri comunali, nonostante le tante manifestazioni esternate anche a mezzo stampa di abbattere i costi della politica, dinnanzi la decisione da assumere, passibile di qualunque modifica come da noi ampiamente detto, non ha avuto il coraggio o l'interesse di andare sino in fondo alla vicenda». Polemiche di fine consiliatura, su temi che la civica assise non è riuscita ad analizzare per tempo nonostante si tratti di questione assai importante come gli strumenti urbanistici. Nino Barrera, del Pd, ha rivolto un'interrogazione molto dettagliata al commissario Rizza. «La politica urbanistica portata avanti nella città - afferma Barrera - sta subendo un'improvvisa quanto disorganica e contraddittoria accelerazione con il sostegno trasversale di parte del consiglio comunale». Per Barrera, «non si tratta soltanto di un procedere per inerzia e continuità con la politica della precedente amministrazione, ma di una "vampata" che vorrebbe in pochi giorni, se non in poche ore, contribuire a stravolgere ogni pensata progettazione a medio e lungo termine scippando, nei fatti, il futuro consiglio comunale e la futura Amministrazione delle scelte che, invece, dovrebbero essere prima condivise dai cittadini e poi realizzate dal futuro sindaco e dal futuro consiglio comunale». Sotto accusa, quell’atto di indirizzo che delega gli uffici dei Centri storici a predisporre una variante al Piano particolareggiato e all'interpretazione delle norme tecniche di attuazione per consentire la cementificazione delle zone agricole. Barrera fa notare che l'organo democraticamente eletto non potrà controllare l'operato degli uffici perché in scadenza. Ne viene fuori una sorta di "carta bianca" che poi rischia di pesare sul nuovo consesso cittadino. L'ingegnere Maurizio Tumino, consigliere del Pdl, prova a replicare a Barrera: i due ordini del giorno «sono stati ampiamente condivisi dal consiglio comunale ed in primo luogo dal Pd che ad oggi mi risulta ancora essere il partito di riferimento del consigliere Barrera». Sulle costruzioni in zona agricola conferma la propria idea, ossia che ognuno può costruire e non solo gli agricoltori. Occorrerà vedere se tale opinione coinciderà con quella dei giudici a cui ha annunciato ricorso Legambiente.

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