POZZALLO. Spazzatura raccolta a metà ieri in città, a causa della protesta messa in atto dai netturbini che, al di là della procedura di raffreddamento adottata dalle sigle sindacali Fit-Cisl e Cgil, hanno deciso di non lavorare entrando in una "pausa" arbitraria. Per tutta la mattinata infatti hanno incrociato le braccia. Prima si sono fermati presso il capannone della ditta, poi per ore hanno stazionato davanti Palazzo di Città chiedendo rassicurazioni per il pagamento del mese di marzo, incrociando le braccia in maniera «arbitraria» precisano i rappresentanti della sigle sindacali. E i sacchetti della spazzatura, con i classici secchielli, sono rimasti per metà delle vie di Pozzallo, riportando alla memoria momenti non felici per il decoro urbano.
«Hanno deciso autonomamente di scioperare - spiega il segretario provinciale Fit-Cisl Carmelo Giannone - aspettano il pagamento e la loro situazione è comprensibile, hanno tutti una famiglia. Non scordiamo che attendono sette mesi arretrati e il trattamento di fine rapporto dalla ditta precedente. Dopo tante peripezie, in tarda mattinata, siamo riusciti ad ottenere dal Comune la certezza del mandato di 209 mila euro circa che verrà pagato tra 3-4 giorni. Così si sono convinti e hanno deciso di riprendere il servizio nello stesso pomeriggio di ieri». Non era bastata la rassicurazione del pagamento arrivata il giorno prima dall'assessore all'Ecologia Francesco Gugliotta, c'è voluto un nuovo incontro tra rappresentanze sindacali, netturbini ed amministratori per chiarire tutto. E la notizia del via libera al mandato di pagamento ha posto fine alla protesta. Gradualmente, almeno per il centro urbano, i sacchetti sono stati raccolti e stamattina tutto dovrebbe tornare alla normalità.