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Udc in crisi, è già rottura con la Ragusa

Il commissario contrario agli «inciuci». Maretta dopo che i rappresentanti del partito si sono seduti al tavolo con Nicosia

VITTORIA. Giovanna Ragusa non ci sta. Ad appena un mese dalla nomina quale commissario cittadino dell'Udc, l'ex consigliere comunale è già in rotta con gli altri membri del partito. La spaccatura si sarebbe prodotta nel momento in cui i rappresentanti dell'Udc si sono seduti al tavolo delle trattative con il sindaco Pippo Nicosia, il vicesindaco Filippo Cavallo, il segretario del Pd, Salvatore Di falco. Sul tappeto, la possibilità per la "nuova Udc" (quella subentrata alla componente di Salvo Barrano e Rosario Lo Monaco che sono stati esautorati dal segretario provinciale Lavima e poi hanno lasciato il partito, dimettendosi in massa) di rientrare in giunta con una presenza dello scudocrociato. Per questo, la nuova Udc si era affidata ai due consiglieri comunali, Daniele Barrano e Salvatore Sanzone (transitati dalla lista civica Incontriamoci), ed all'ex consigliere Giovanna Ragusa, cui è stato conferito l'incarico di commissario. La rottura si è consumata proprio sulle «nomine».

L'Udc avrebbe scelto Daniele Barrano. Ragusa aveva accettato, ma pare si fosse deciso che sarebbe subentrata a metà del mandato. Invece non se n'è fatto nulla. "Era stato deciso un nome per l'assessorato - spiega Ragusa - ma è mancata la coerenza nelle decisioni assunte. Gli accordi sono stati disattesi. E gli accordi prevedevano una "staffetta" nella rappresentanza in giunta. Probabilmente qualcuno pensava di potermi utilizzare come "commissario fantoccio" nella mani di qualcuno che vuole conquistare posti al sole".

Il percorso della nuova Udc segna dunque un percorso ad ostacoli. La riunione con sindaco Nicosia e gli alleati del Pd ha segnato un punto di rottura, pare per una "frase infelice". I rappresentanti del Pd avrebbero fatto notare che la presenza in giunta dello scudocrociato era voluta per una scelta politica, ma non era determinante ai fini della compattezza della maggioranza. L'indomani, però, in consiglio comunale, la maggioranza, complice qualche assenza, non è riuscita ad approvare i regolamenti per l'alienazione dei beni comunali ed alcuni articoli dello Statuto. Ed il mancato voto dei consiglieri Udc è stato determinante. L'aula consiliare, dunque, si è trasformata nell'agone per una prova di forza.

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