RAGUSA. Dal 2 aprile alle 8,30 l’acqua del territorio comunale sarà non potabile. Ieri il commissario straordinario del comune Margherita Rizza ha provveduto a firmare l’ordinanza in cui si dispone l’apertura del pozzo B. In questo modo verrà immessa in tutto l’acquedotto comunale il prezioso liquido che non sarà potabile. Si sancisce, quindi, la non ingeribilità del prezioso liquido se non previa ebollizione dello stesso. Una scelta compiuta per ridurre i gravissimi problemi di approvvigionamento idrico che si sono registrati in questi due mesi su una fetta del territorio comunale. In ogni caso prima dell’attuazione dell’ordinanza ci sono 18 giorni di tempo, in cui il Comune ha disposto interventi di somma urgenza. «Il mio primo obiettivo - ha detto ieri mattina la Rizza - è revocare l’ordinanza. Abbiamo chiesto una consulenza all’Università di Palermo per ulteriori esami. In attesa di averla si procederà a raddoppiare l’allaccio alla condotta idrica dell’Asi, l’attuale accordo permette l’utilizzo di appena 7 litri al secondo a fronte dei 70 non utilizzabili con la chiusura dei pozzi B e B1; con altre due somme urgenze sarà realizzato un nuovo pozzo presso l’impianto di sollevamento del torrente San Leonardo ed uno a monte della zona inquinata. In questo modo recupereremmo per intero la quantità di acqua mancante». Ma per averli a disposizione occorrerà almeno un mese e mezzo. L’emergenza, quindi, dovrebbe essere limitata nel tempo. Per risolvere i problemi in modo definitivo si attendono i finanziamenti regionali per realizzarne altri tre pozzi e rendere meno colabrodo la rete di distribuzione. Per tornare all’ordinanza sono esclusi dal provvedimento gli ospedali Arezzo e Civile, le frazioni di Marina di Ragusa, San Giacomo e la Zona Industriale Asi. Il provvedimento, reversibile dopo una settimana di clorazione per sanificare l’intera conduttura ed i serbatoi, raccomanda alla popolazione di evitare l’ingestione diretta dell’acqua. «La decisione non sminuirà affatto - conclude Rizza - il nostro impegno a fronteggiare l’emergenza idrica attraverso altre azioni a corto, medio e lungo termine. Lavoreremo in questi 18 giorni affinchè questo doloroso provvedimento non si renda necessario». «Ad imporre l’ordinanza sono state le analisi dell’Università di Catania dell’11 marzo - afferma il consulente Paolo Roccuzzo - che hanno evidenziato la presenza di Cryptosporidium, un genere di protozoo di provenienza animale dannoso per l’uomo».