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Protesta contro i centri commerciali, Cgil: "Lesi i diritti dei lavoratori"

Si torna a parlare di apertura domenicale e la Filcams chiede un incontro urgente alle strutture

RAGUSA. La Filcams-Cgil e La Camera del Lavoro ritornano a parlare di aperture domenicali e festive. Nel corso di un'assemblea hanno ricevuto mandato dai lavoratori dei Centri Commerciali di chiedere un confronto ai direttori che non hanno preso in considerazione la richiesta: «Questo denota la scarsa se non nulla considerazione che i direttori nutrono nei confronti dei dipendenti, senza i quali tuttavia le attività commerciali non potrebbero svolgersi».

Salvatore Tavolino e Nicola Colombo oggi introducono nel dibattito altri elementi. Il 14 gennaio ai lavoratori era stato dato un questionario in forma anonima ai lavoratori. «I risultati? - dicono Tavolino e Colombo sono semplicemente sconcertanti. Questi i numeri: hanno scelto di compilare il questionario 50 dei circa 80 presenti. Di questi: solo 28 hanno un contratto a tempo indeterminato, di cui 21 part-time; 20 dipendenti lavorano per un monte ore di gran lunga superiore a quello previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, fino a 14 ore in più; 5 dipendenti percepiscono uno stipendio netto mensile tra i 300,00 e 500,00 euro al mese; 23 guadagnano meno di 800,00 euro al mese; 13 non percepiscono 13esima e 14esima mensilità; tutti lavorano la domenica ma ben 26 dipendenti non percepiscono la maggiorazione; in 35 svolgono lavoro straordinario ma a 21 di questi non viene dato un corrispettivo».

Tavolino e Colombo incalzano ancora: «I dati sono preoccupanti e come sindacato siamo ancor più preoccupati: i lavoratori, denunciando il problema dei loro diritti lesi, temono e vengono minacciati di perdere il posto di lavoro e così la crisi economica consente ai datori di lavoro di approfittare dello stato di necessità in cui versano i dipendenti e di guadagnare illecitamente a loro spese. Per tali ragioni torniamo a chiedere alle Istituzioni preposte di verificare quanto emerso». La Cgil contesta anche che il Centro Commerciale "Le Masserie", nel fine settimana, ha prolungato la chiusura dei punti vendita fino alle ore 21.30.

«Oggi, dopo qualche settimana di sperimentazione, siamo in grado di sostenere con certezza che il fatturato dei punti vendita in questa fascia oraria (21.00-21.30) è assai mediocre, a volte nullo. Nonostante ciò, il suddetto Centro commerciale si ostina a imporre la chiusura prolungata mostrando totale disinteresse e puntiglio non solo per i lavoratori che hanno il diritto di ricongiungersi ai loro cari in orari idonei alla cena ma anche verso le aziende il cui orario prolungato è certo essere un onere e non una possibilità di guadagno».

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