COMISO. I nodi da sciogliere sono veramente tanti: la situazione economica del Comune di Comiso, il primo "bilancio riequilibrato" approvato nel settembre scorso, che dovrà passare al vaglio della commissione ministeriale, la situazione dei 47 precari del Comune, il cui contratto alle dipendenze dell'ente è scaduto il 31 dicembre scorso e non è stato rinnovato per una serie di situazione normative che, insieme alla dichiarazione di dissesto, hanno messo il comune nella condizione di non poter procedere alla stabilizzazione dei precari e di non poter prorogare i contratti, almeno secondo le recenti norme approvate il 21 dicembre scorso (legge di stabilità), fino a luglio 2013.
Di tutto questo si parlerà questa mattina a Roma, al Ministero dell'Interno, nell'incontro che il sindaco Giuseppe Alfano, insieme all'assessore Dante Di Trapani, avrà con i funzionari del Dipartimento Finanza locale e soprattutto con coloro che si occupano dei Comuni che hanno dichiarato il dissesto. Le speranze di proroga sono ridotte al lumicino per i 47 precari, perché essa avrebbe dovuto essere attuata entro cinque giorni dalla scadenza: tempi che, ovviamente, sono abbondantemente trascorsi. Il sindacato Cgil ha accusato la giunta di avere presentato in ritardo la nuova dotazione organica (approvata il 14 febbraio e trasmessa subito dopo a Roma) perché solo sulla base di essa il Comune avrebbe potuto predisporre la richiesta di proroga e vederla eventualmente approvata dalla commissione. Ma ora i tempi non ci sono più. E le speranze che essa si possa attuare sono veramente ridotte al lumicino. Di contro, il sindaco ha replicato sostenendo che solo la dotazione organica precedente (con 307 unità), poteva permettere la proroga mentre la dotazione organica rideterminata dopo il dissesto è di 249 unità. All'interno di essa i posti vacanti sono 12,5: 4,5 posti sono da riservare ai lavoratori ex Asu (nove in tutto con contratti part time). Per gli ex precari restano otto posti liberi (che potrebbero consentire sedici contratti part time fino a luglio, ma tale eventualità sembra essere sfumata). I precari sono a casa, tutti senza lavoro. I 37 tra loro che avevano chiesto la procedura d'urgenza (rigettata dal giudice del lavoro Sandra Levante), hanno presentato un ulteriore ricorso. «Sarà discusso a breve - spiega Maria Matarazzo della Cgil - poi resta la procedura ordinaria, con un'udienza prevista in autunno». Oltre ai 37 che hanno presentato il primo ricorso (affidato all'avvocato Antonino Barone di Modica), anche gli altri otto hanno avviato, in una fase successiva, delle procedure giudiziarie. Alcuni tra loro sono patrocinati dall'avvocato Stefano Garofalo.
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