RAGUSA. Un «sos» da un milione di euro per risolvere una crisi che difficilmente di cui difficilmente si potrà venire a capo senza interventi strutturali. È questo l'ammontare della somma che sarebbe stata richiesta a Palermo nel corso dell'incontro tra il Commissario del Comune, Margherita Rizza, e i responsabili del Dipartimento acque e rifiuti. L'idea del potabilizzatore verrebbe esclusa o comunque accantonata, perché i costi superano di molto il milione di euro. Realizzare almeno due pozzi a monte del Ciaramite, con tutti gli impianti necessari per l'allaccio alla rete idrica comunale. Su questo, a quanto pare, si starebbe puntando. E lo fa capire la stessa commissaria che ha "bussato" alle porte dei colleghi della Regione. La Rizza, infatti, parla di interventi strutturali. Per due o tre pozzi ci vorranno circa 500.000 euro, ma sono calcoli senza ancora un progetto ben definito. I tempi per la realizzazione? Potrebbero volerci tra i due e i tre mesi. Ovviamente, alla luce di quanto accaduto, si dovrà, in caso di creazione dei nuovi pozzi, vigilare attentamente, in modo che i nuovi interventi non finiscano per servire solo per un tempo breve. Nuovi pozzi e nuove fonti, tutte iniziative già allo studio del Comune, con la collaborazione dell'Ato idrico. Ieri intanto, altre analisi sui pozzi B e B1 sono state commissionate a Catania. Si attendono gli esiti, mentre il sistema di distribuzione con autobotti è ormai al collasso. Le attese da parte dei cittadini sono sempre più intollerabili, in tanti stanno ricorrendo ancora ad autobotti private, tassandosi, nei condomini, di circa 5 euro a famiglia, per ogni autobotte. Depositate oggi presso gli uffici del comune di Ragusa le lettere di diffida e messa in mora firmate dai cittadini residenti nelle zone colpite dalla chiusura dei pozzi inquinati. Una delegazione dell'associazione "Partecipiamo" ha protocollato circa 151 lettere che vanno ad aggiungersi alle oltre 100 richieste di accesso agli atti già depositate al Comune nelle scorse settimane. DA.BO.
Crisi idrica, un milione di euro per «tamponare» l’emergenza
Servono interventi strutturali: la somma potrebbe permettere di aprire nuovi pozzi
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