SCICLI. L'Udc perde un altro suo rappresentante in Consiglio comunale nella persona di Giorgio Vindigni. Fulmine a ciel sereno ieri per il partito del presidente Casini che, dopo un mese dal disimpegno del consigliere Bartolo Ficili che si è tirato fuori anche dalla maggioranza che sostiene il sindaco Franco Susino, perde per strada un altro suo pezzo rimanendo con due consiglieri rispetto ai quattro eletti. Ma potrebbe non essere l’ultimo abbandono. Stavolta a lasciare è stato Giorgio Vindigni, eletto con 272 voti, che il parlamentare regionale Orazio Ragusa nella primavera scorsa aveva voluto fortemente nella sua lista evitando che lo stesso si candidasse a sindaco della città con un movimento politico di sua ispirazione. Ragusa aveva lavorato di cesello ottenendo il suo rientro nei ranghi del partito che lo aveva voluto assessore nell'ex giunta Venticinque in quota Udc pur essendo molto vicino al movimento "Scicli e Tu" (oggi sciolto); alla luce di quanto accaduto, quelle manovre pre-elettorali sono durate ben poco visto che Vindigni all'interno del partito ha retto solo nove mesi. Nessuna motivazione in aula: solo l'annuncio di lasciare l'Udc, partito nelle cui fila è stato eletto.
Da settimane la sua assenza alle riunioni di partito, gli interventi in aula e nelle riunioni di maggioranza e nelle conferenze dei capigruppo hanno fatto intuire una sorta di malessere. Per il partito dell'onorevole Orazio Ragusa il "colpo" arriva a quattro giorni dalle elezioni politiche. Se il partito è stato colto di sorpresa non lo sono stati, invece, i “ben informati”. Da settimane, da quando si vociferava della possibile nomina di Ignazio Miccichè ad assessore della giunta Susino (nomina poi arrivata), negli ambienti vicini a Vindigni è stato captata una sorta di “malessere”. Potrebbe essere stata proprio la chiamata in giunta del neo assessore Miccichè a provocare il nuovo acquazzone all'interno dell'Udc o le scelte di natura finanziara delle ultime settimane? «La notizia mi coglie di sorpresa - commenta il coordinatore del partito, Pierluigi Aquilino - se la motivazione dovesse essere legata alla nomina di Miccichè, dico che Susino aveva la prerogativa di chiamare al suo fianco chi ritenesse utile nell'azione di governo. Se ha scelto l'ex funzionario dell'ente avrà avuto le sue buone ragioni. In una coalizione gli equilibri vanno rispettati e noi non possiamo, per nessuna ragione, condizionare un sindaco eletto dal popolo che governa per il bene della città».
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