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Emergenza idrica: vertice col prefetto, pozzi ancora chiusi

Ancora una settimana prima di rivedere la situazione ed eliminare qualunque fonte di rischio nella distribuzione dell’acqua

RAGUSA. I pozzi rimangono chiusi, l'emergenza continua. Brutte notizie al termine del vertice tenutosi ieri mattina in Prefettura. Si dovrà attendere, probabilmente, ancora un'altra settimana per un pronunciamento da parte dell'Asp che, insieme al Comune, ha deciso di attivare un tavolo tecnico. Al di là della disponibilità a collaborare, tuttavia, c'è la ferma volontà da parte dell'Azienda sanitaria di escludere ogni remota possibilità di tracce di inquinamento. Per quanto riguarda l'aspetto chimico, la situazione è ormai rientrata nella norma, ma per quanto riguarda l'aspetto microbiologico si vuole escludere in modo categorico la presenza del protozoo Cryptosporidium; alcune specie di questo protozoo infettano l'uomo, provocando un'enterite acuta che si manifesta con diarrea simile a quella colerica e dolori addominali.

Dal canto suo il Comune non intende immettere l'acqua dandola, per buona parte della città, come non potabile. Soluzione, questa, suggerita dall'Asp. E allora si continua ad attendere. All'incontro, oltre al prefetto, Annunziato Vardè, c'erano i vertici della Forze dell'Ordine ttra cui il comandante dei Carabinieri Gagliano, il Procuratore della Repubblica, Carmelo Petralia, il commissario del Comune, Margherita Rizza, il dirigente dell'Arpa, Lucia Antoci, il comandante dei Vigili del Fuoco, Carano. Si continua con le nove autobotti (quelle di Comune, Forestale e Vigili del Fuoco) a cercare di tamponare la situazione, ma le richieste sono centinaia. E per molte non c'è una risposta immediata. Intanto da ieri pomeriggio, sono stati ultimati i lavori per allacciare l'acquedotto comunale con quello dell'Asi. Da ieri, quindi, poco meno di venti litri d'acqua al secondo vengono immessi nella rete. Ma di acqua, per sopperire alla mancanza del prezioso liquido di quei due pozzi, ce ne vorrebbero 80 litri al secondo. Numeri che danno la dimensione dell'emergenza.

Per quanto riguarda l'aspetto giudiziario, il procuratore capo spiega che saranno assunte delle decisioni, di concerto con la Polizia, i Carabinieri del Nas e la Polizia provinciale, in merito agli interventi di sequestro preventivo esecutivo già condotti nei confronti di tre aziende agricole. Petralia ha chiesto all'Arpa ed ai carabinieri del Nas di indicargli un protocollo di interventi tecnici in tema di bonifica dei siti da imporre agli allevatori. «L'obiettivo - ha detto il procuratore - è di rimettere in condizioni di legalità le aziende e non nuocere le aziende stesse. Tra gli interventi richiesti, per esempio, le operazioni di svuotamento dei serbatoi dai liquami accumulati. Tale protocollo sarà imposto agli allevatori e solo dopo esser adottato in ogni sua componente, si procederà al dissequestro delle aziende stesse».  

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