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Piccola Industria: i dati della crisi delle imprese iblee

Analizzato un campione di 50 imprese, rappresentativo delle circa centoventi ditte con meno di 35 addetti. Il quadro è allarmante

RAGUSA. La Piccola Industria di Confindustria Ragusa, guidata da Giorgio Cappello, avvalendosi della collaborazione dell’Ufficio Studi dell’Associazione, ha completato la sua «Indagine Congiunturale delle PMI in Provincia», che analizzando un campione ampio e significativo di piccole imprese (fino a 35 dipendenti), fotografa la situazione economica del 2012 appena concluso e registra le previsioni da parte degli imprenditori iblei per il 1° trimestre 2013. «Dalle rilevazioni elaborate dal nostro Ufficio Studi – afferma il presidente della Piccola Industria, Giorgio Cappello - per la prima volta dopo quasi tre anni gli imprenditori iblei lasciano trapelare una seria, profonda e generalizzata difficoltà, con una flessione particolarmente accentuata del trend produttivo, che preoccupa seriamente. Si tratta pur sempre di un dato medio all’interno del quale restano differenze importanti tra le imprese: il manifatturiero ragusano è diviso tra un 60% delle imprese in via di contrazione, il 20% in situazione di stabilità, e solamente il 20% in leggera espansione, ma quest’ultima si mantiene entro una forbice di incremento del fatturato che non supera, nel migliore dei casi, neanche il 10% nel 2012 rispetto al 2011». «Mi preoccupano - più dei dati negativi, aggiunge Cappello - gli ostacoli all’operatività aziendale segnalati dagli Imprenditori in questo momento. Quasi un imprenditore su 7 dichiara che il maggiore problema è il ritardo nei pagamenti da parte dei propri clienti; seguono burocrazia e ottenimento di credito da parte degli istituti finanziari. In questa situazione congiunturale difficile – conclude Cappello - è vitale lavorare sulle condizioni di contesto necessarie alle imprese per uscire dallo stallo produttivo, che nel primo trimestre di quest’anno continuerà a logorare soprattutto il dato occupazionale della provincia di Ragusa». Sono cinque i parametri che l’indagine ha inteso analizzare - Fatturato (Italia ed Estero), Occupazione, Accesso al credito bancario (a breve e a medio-lungo), Crediti clienti in sofferenza non riscuotibili nel breve periodo, Investimenti – e dieci i Settori merceologici analizzati: Alimentari, Chimica, Impianti, Legno-Arredo, Marmi e Graniti, Metalmeccanica, Plastica, Prefabbricati, Terziario e Trasporto. Il Fatturato Italia nel 2012 ha subìto, rispetto al 2011, una diminuzione consistente nel 60% delle imprese intervistate, ed è rimasto fermo ai livelli dell’anno precedente in un altro 20 % dei casi esaminati. Il Fatturato Estero ha registrato un lieve aumento in 4 casi su dieci, quasi ovunque, con eccezione per alcune imprese dei settori trasporto rifiuti e net-economy, la crisi ha generato il calo dell’occupazione. Nel 2012, più di un terzo delle imprese ha ridotto il suo organico, mentre solo una su otto ha assunto personale.


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