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Comiso, la «proroga» per i 48 precari: «La documentazione è già pronta»

Le rassicurazioni arrivano da Dante Di Trapani: «Siamo in attesa di essere convocati a Roma dal ministero»

COMISO. Pronta la documentazione riguardante la richiesta di proroga per i 48 precari del comune di Comiso, i lavoratori a tempo determinato il cui contratto è scaduto il 31 dicembre scorso. L’amministrazione comunale ha completato la documentazione che è stata inoltrata al ministero dell’Interno. L’ultimo tassello era la relazione dei revisori dei conti che è arrivata a fine settimana. Nei prossimi giorni il sindaco, Giuseppe Alfano, dovrebbe recarsi a Roma per verificare la situazione e discutere direttamente con i funzionari del ministero una possibile soluzione. Non è escluso che alcuni rappresentanti dei lavoratori possano accompagnarlo. «Attendiamo che il ministero ci convochi» spiega l’assessore Dante Di Trapani. I lavoratori, per il momento, non sono tornati in ufficio. Sulla proroga fino a luglio 2013 (prevista dalla legge del 21 dicembre scorso) si dovrà però pronunciare la commissione ministeriale, perché Comiso è un comune in dissesto. Ogni altra strada, compresa la stabilizzazione, per il momento è preclusa. Non è escluso che l’eventuale proroga possa essere concessa solo nei limiti della pianta organica e che un’eventuale stabilizzazione passi attraverso delle procedure concorsuali interne, sempre nei limiti della dotazione organica. Ma tutte le ipotesi, in questo momento, devono passare al vaglio del ministero. E di questi tempi, gli organismi ministeriali sono particolarmente severi, ben diversamente da quanto avveniva in passato, quando eserciti di lavoratori precari, senza nessun concorso, lavorarono per lunghi anni alle dipendenze del comune, o con contratti Co.co.Co, o a progetto.
I 48 lavoratori attendono notizie positive che possano arrivare da Roma. Sono tutti con contratti part time. Nella pianta organica, per il momento, ci sono dodici posti vacanti. Potrebbero dare una soluzione per alcuni di loro, forse non per tutti. In tal caso, sarebbero privilegiati i lavoratori dei servizi essenziali, soprattutto gli operai dell’ufficio tecnico. 

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