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Zootecnia, aziende al collasso: mucche al macello per fare cassa

Per pagare i debiti gli allevatori sacrificano anche i bovini da latte più giovani

RAGUSA. Le vacche da latte finiscono dritte al macello. La crisi della zootecnia si misura al macello privato nell’area industriale di Ragusa dove, tre volte la settimana, gli allevatori portano parte del loro prezioso allevamento. C’è l’esigenza di reperire, subito, denaro contante per pagare parte dei debiti pregressi. Colpa di una crisi di mercato e degli aumenti dei costi produttivi – che vanno dal 20 fino al 200% - e interessano carburanti, concimi, antiparassitari e mangimi. Non sono l’unica causa della crisi. Il problema vero è che il prezzo regionale del latte è rimasto ancorato a 37 centesimi a litro.

«Nella giornata di ieri 75 capi di una rinomata azienda agricola sono stati macellati – dice il presidente della Coop Ragusa Latte, Giovanni Schembari -. Le aziende sono al collasso e siamo di fronte ad una vera e propria emergenza sociale che investe non solo le campagne ma anche la città. Gli industriali del latte, di contro, declinano gli inviti a sedersi attorno ad un tavolo e a ridefinire una trattativa più equa per gli allevatori. Tra breve parleremo di emergenza agricoltura con le aziende chiuse e i terreni rimasti incolti perché gli imprenditori non hanno la capacità economica di rifornire i mezzi agricoli». A rischio chiusura non solo le 300 aziende zootecniche del territorio comunale. Ma tutto l’indotto che ruota attorno.

«Il costo del mangime è pari a 42 centesimi al chilogrammo. E gli allevatori devono saldare le fatture prima ancora di scaricare la merce - aggiunge il presidente della Coldiretti, Mattia Occhipinmti -, molte imprese non hanno le risorse economiche per sostenere l’attività. C’è il rischio concreto di una desertificazione del mondo agricolo ragusano. In alcune aziende manca la fornitura dell'energia elettrrica perchè non sono state pagate le bollette».

«A fronte di un’ulteriore impennata dei prezzi dei carburanti – dice Gianni Campo, presidente del consorzio provinciale allevatori- che si riflette anche in un forte aumento dei costi di produzione per le imprese agricole, occorre che il Governo proceda all’azzeramento delle accise. Il costo del gasolio agricolo è pari ad un euro al litro».

L’altro aspetto su cui bisogna puntare riguarda la promozione dei marchi di qualità. «Bisogna sedersi tutti attormo ad un tavolo e programmare nel migliore la vertenza agricoltura - conclude Francesco Todaro, presidente provinciale della Cia - iniziando dal prezzo regionale del latte. Occorre fare sistema con tutti gli attori della filiera. A questo si aggiunge l’emergenza furti nelle campagne e la contraffazione della merce».

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