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Occupazione, mille posti a rischio nel Ragusano

La denuncia arriva dal commissario di Confcooperative a causa dei ritardi nei pagamenti da parte degli Enti

RAGUSA. Mille addetti e 40 coop iscritte a Confcooperative rischiano di andare a casa per i ritardi nei pagamenti della Pubblica amministrazione. Ma il problema riguarda tutte le cooperative della provincia con almeno 2000 addetti interessati. Per questa ragione verrà istituito anche in provincia un Osservatorio per le Cooperative. È quanto emerso nel corso della conferenza stampa promossa da Confcooperative alla presenza del presidente regionale della Confederazione e commissario della sede iblea, Gaetano Mancini. «Non è possibile – afferma Mancini – che piccole cooperative debbano svolgere il ruolo della banca per conto degli Enti pubblici. Anche in provincia ci troviamo dinanzi ad una situazione allarmante.

I Comuni, infatti, hanno dei debiti sempre più consistenti nei riguardi delle cooperative che svolgono fondamentali servizi di qualità a sostegno delle persone. Parliamo di realtà che si occupano di disabili psichici e fisici, di minori a rischio e, più in generale, di fasce della popolazione svantaggiate che, senza l’aiuto delle cooperative, resterebbero per strada o riaffidate alle famiglie di origine». Il rischio è che i pesanti debiti degli Enti finiscano per generare il fallimento delle cooperative stesse.

«È ciò a cui stiamo già assistendo – conferma Mancini – e per cui intendiamo lanciare il nostro ennesimo grido di allarme. Il lavoro delle nostre cooperative ha una positiva ricaduta sociale ed anche economica. Il nostro è l’unico settore che, negli ultimi anni di grave crisi, ha mantenuto ed incrementato i livelli occupazionali. Parliamo, però, di un settore che oggi rischia di perdere, nella sola area iblea, un migliaio di posti di lavoro. Una ricaduta negativa in termini occupazionali equivalente alla chiusura della fabbrica Fiat a Termini Imerese. Eppure nessuno sembra farci caso. Oltre al problema del lavoro, inoltre, occorre fare presente anche quello sociale. Se chiudono strutture che hanno in affido minori a rischio o disabili, la ricaduta sociale sarà incalcolabile.

Le pubbliche amministrazioni hanno le risorse, devono solo dirci se e come intendono impegnarle. Ci dicano se la loro priorità è quella di favorire sprechi e clientelismo o dare, veramente, un servizio alle persone». Il vice commissario di Confcooperative, Gianni Gulino, snocciola dati. «La cooperativa Isole iblee – spiega Gulino – vanta crediti verso vari Comuni della provincia per una somma pari a 340 mila euro. È inconcepibile che una singola realtà senza fini di lucro possa reggere un tale peso. La cooperativa “L’arca”, che ha in affido dei minori segnalati dal Tribunale, deve recepire oltre 200 mila euro».
«I Comuni – conclude Aurelio Guccione, presidente del Consorzio La Città Solidale – devono imparare a programmare e ad integrare le risorse a disposizione». 

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