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Lo sbarco di migranti a Pozzallo, fermati cinque presunti scafisti

Cinque egiziani accusati di essere i presunti scafisti del barcone, con 264 migranti a bordo, quasi tutti eritrei, arrivato due giorni fa nel porto di Pozzallo sono stati fermati dalla polizia di Stato. I presunti scafisti sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Secondo i testimoni ascoltati dalla Squadra Mobile di Ragusa, erano i componenti di tutto l'equipaggio che era alla guida del natante soccorso da un peschereccio che lo ha trainato fino al porto siciliano. Ciascun migrante avrebbe pagato 1.500 euro per raggiungere l'Italia, per un 'incasso' per gli organizzatori del traffico di uomini di quasi 400.000 dollari.

Sui cinque, prima di essere portati in carcere, sono stati eseguiti rilievi da parte della polizia scientifica della Questura di Ragusa.

Erano in 264 a bordo, stipati l'uno sull'altro. Tra loro 40 donne, 44 minori - quasi tutti non accompagnati - e anche una neonata, di solo 15 giorni, partorita in Libia da una 19enne vittima di abusi sessuali in un campo di detenzione. A salvarli è stato un peschereccio nonostante - a detta del ministro dell'Interno, Matteo Salvini - fossero state inizialmente le autorità maltesi ad aver preso in carico le operazioni di soccorso. "La Valletta - l'accusa di Salvini - come al solito sta cercando di rifilare gli immigrati al nostro Paese".

Per ore sono stati tenuti sull'imbarcazione, mentre gli unici autorizzati a scendere sono stati donne e bambini. Per gli altri, molti dei quali in fuga da torture e abusi, ore e ore passate all'addiaccio in attesa di disposizioni, arrivate solo intorno alle 7, quando tutti hanno potuto lasciare il barchino.

 

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