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Corruzione e frode nei lavori e negli appalti dell'ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa: 26 indagati

L'ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa

Corruzione, frode, falso ideologico, abuso di potere, violazione del dovere, interruzione di pubblico servizio. Sono questi i reati contestati a ventisei tra dirigenti e tecnici dell'Azienda sanitaria provinciale di Ragusa, collaudatori e responsabili delle ditte impegnate nei lavori di completamento del nuovo ospedale Giovanni Paolo II.

Al centro dell'inchiesta anomalie nell'appalto per le pulizie, false o difformi certificazioni sul funzionamento degli impianti e dei presidi antincendio. Gli indagati sarebbero coinvolti nelle opere di completamento e nei collaudi del nosocomio di Ragusa. La frode coinvolgerebbe anche pubbliche forniture ai danni dell’Asp per oltre 3,5 milioni di euro per l'appalto pulizie.

La complessa indagine svolta dai finanzieri di Ragusa è durata oltre un anno ed è partita da una segnalazione che evidenziava anomalie sulla gestione del servizio di pulizie eseguito a favore degli ospedali e degli uffici dell’Asp dell’intera provincia. L’appalto ha un valore di 32 milioni di euro ed è stato assegnato ad una ditta di Udine, costituendo il primo caso di servizio di questo tipo affidato in provincia a favore di un unico soggetto economico.

Gli inquirenti hanno verificato che a fronte della fatturazione del servizio, eseguita dalla ditta sulla base della estensione delle superfici da pulire, indicate puntualmente nel capitolato d’appalto, l’azienda appaltatrice forniva una prestazione sensibilmente diversa, sia per numero di dipendenti impiegati che per monte ore effettuate, inferiori di oltre il 20% rispetto a quello previsto.

Anche la quantità e qualità dei macchinari forniti era difforme da quella indicata in sede di aggiudicazione dell’appalto, laddove è stato  accertato un minor numero di tali dotazioni, per una percentuale pari all’80%. In questo quadro le attività di controllo qualità sul servizio, che secondo quanto indicato in sede di appalto dalla ditta friulana dovevano avvenire mediante strumenti innovativi per rilevare “lo sporco biologico”.

In realtà sono state e eseguite solo sporadicamente ed assicurate da una dipendente della ditta che eseguiva il tutto utilizzando metodi molto più tradizionali guardando, annusando o passando un fazzoletto di carta la vista. I finanzieri hanno anche calcolato gli importi delle centinaia di fatture emesse, nel periodo giugno 2014 - febbraio 2018 e liquidate dall’Asp.

Da ciò è emerso il reato di frode nelle pubbliche forniture, per indebito pagamento di servizio di pulizie non reso in termini quantitativi, di oltre 3,5 milioni di euro. L'autorità giudiziaria ha ravvisato anche ipotesi di corruzione, legata all’assunzione presso la ditta di pulizie di due persone parenti o vicini alla vecchia dirigenza dell’Asp. Le assunzioni, infatti, sarebbero state effettuate in cambio di un comportamento “morbido” degli Enti competenti che non procedevano a far rilevare le numerose irregolarità nella esecuzione del servizio di pulizia.

Le indagini sono state svolte durante le fasi di completamento della struttura destinata ad ospitare il nuovo ospedale. Gli inquirenti avrebbero ravvisato anche gravi irregolarità nella realizzazione di alcuni impianti tecnologici. Si tratta dei collaudi delle unità di trattamento d’aria in ambienti come la zona parto,le sale operatorie, i locali destinati alla terapia intensiva coronarica ed a quella neonatale.

La sanificazione dell’aria avviene proprio attraverso il passaggio dell’aria “pulita” prodotta dalle Uta l’estrazione di quella “sporca”. Queste unità sono state collaudate tra la fine del mese di maggio e l’inizio di giugno 2017, grazie a false attestazioni di perfetto funzionamento, ma il  funzionamento delle unità avveniva in maniera difforme rispetto al progetto. In tre casi, è stato riscontrato, nelle sale operatorie, una pressione “negativa”, che significa che invece di essere immessa nell’ambiente aria pulita ed estratta aria sporca, avveniva l’esatto contrario.

Sono emerse false attestazioni per il collaudo e la revisione di parti importanti dell’impianto antincendio. I falsi preventivi e false relazioni  avrebbero anche interessato un’altra delibera del direttore generale, collegata all'assegnazione di lavori per circa 40 mila euro, con affidamento diretto, a favore della ditta in quel momento presente nel cantiere.

Dalle intercettazioni telefoniche dai documenti i finanzieri avrebbero accertato i reati di corruzione tra il direttore dei lavori, interno all’Asp ed il collaudatore, che in cambio della disponibilità prestata alla redazione del controllo “a campione”, avrebbe richiesto di elevare il compenso da circa 1.500 euro a  7.000 euro.

Nonostante tutte le irregolarità  e il mancato completamento di opere ed impianti dell’ospedale Giovanni Paolo II, i dirigenti hanno provveduto all'avvio delle attività nel nosocomio nella metà di giugno 2017 con  le fasi di trasferimento dai vecchi ospedali, per rispettare ad ogni costo la data dell’inaugurazione prevista per il 26 giugno 2017.

A causa di tutte le irregolarità riscontrate le operazioni di trasloco sono state bloccate e c'è stato il ritorno nelle vecchie strutture. Questo ha provocato un blocco dei ricoveri per un prolungato periodo, con sovraffollamento delle altre strutture presenti in provincia.

Sono state riscontrate condotte che hanno creato danno patrimoniale per le casse pubbliche, quantificato in circa 4,5 milioni di euro, anche per le opere di adeguamento e ripristino degli impianti inefficienti, gli oneri aggiuntivi dovuti al doppio trasferimento dai vecchi plessi ospedalieri. Il tutto è stato segnalato alla Corte dei Conti regionale di Palermo.

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