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Comune di Vittoria sciolto per mafia, parla l'ex sindaco Nicosia: "È un sopruso"

Giuseppe Nicosia, ex sindaco di Vittoria

«Porterò il processo in piazza affinché emerga tutta la verità sullo scioglimento del Comune di Vittoria per mafia e non resti chiusa dentro le aule di giustizia».

L’ex sindaco Giuseppe Nicosia, arrestato nel settembre 2017 per voto di scambio politico mafioso nell'ambito dell’operazione 'Exit poll', il cui arresto è stato annullato dal Riesame di Catania e anche dalla Cassazione dopo il ricorso della procura etnea, ha scelto di parlare alla città nel corso di un comizio, dopo due anni di silenzio, per «dire no all’ingiustizia perpetrata nei confronti di Vittoria».

«È stato compiuto - dice Nicosia - un sopruso istituzionale, un’ingiustizia nei confronti di una città indifesa, senza rappresentanze politiche, che prende schiaffi da chiunque e senza avere la possibilità di difendersi. Chi passa l’offende, qualcuno la tradisce pure. Posso dirlo a voce alta: Né io, né tutti gli amministratori che hanno governato questa città negli anni passati hanno subito l’infiltrazione della criminalità nell’azione amministrativa».

«Anche l’ultimo sindaco, Giovanni Moscato, lontano da me anni luce politicamente, va a casa immeritatamente per un preciso disegno politico e per una legge sullo scioglimento per mafia che va cambiata subito».

«Non può può essere una commissione prefettizia a determinare una scelta così grave, ma almeno una commissione bicamerale - conclude Nicosia - lo scioglimento del Comune puzza di mandato politico. Il mio Comune ha dato fastidio a tanti. Parlare male della città è come prendere l’ascensore per fare carriera».

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