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"Legalità, non violenza… volontario", a Pozzallo un convegno dedicato ai giovani

"Legalità, non violenza… volontario", un convegno dai temi particolarmente attuali e delicati quello organizzato dal Distretto Ragusa 1 delle reti di volontariato afferenti al Centro di Servizio per il Volontariato Etneo nel pomeriggio dello scorso 3 luglio a Pozzallo, nei locali dell’Istituto comprensivo A. Amore di viale Papa Giovanni XXIII.

"Un pomeriggio importante, che ha consentito di comprendere quanto valga in termini di attività e di contrasto alla violenza di genere o al cyberbullismo la fondamentale capacità di fare rete in sinergia tra istituzioni, forze dell’ordine e volontariato. Una pagina molto bella scritta al volontariato, che è riuscito a sensibilizzare la cittadinanza rispetto all'importanza di creare momenti di formazione per tutti coloro che sono chiamati ad agire in favore dei minori o comunque delle fasce a rischio di violenza", hanno affermato concordi Paolo Santoro, presidente Assod Onlus, e il moderatore Santo Carnazzo, presidente del Vol.Si – Volontariato siciliano.

Lo stesso Carnazzo nel corso dell’iniziativa ha sottolineato, a proposito del ruolo svolto dalle reti di soccorso nella storia, l’importanza di un’integrazione operativa tra le istituzioni e la società civile adeguatamente formata.

Particolarmente impostato sulla necessità di applicare sinergie virtuose in termini di rete tra volontariato e istituzioni anche l’intervento del presidente del Centro di Servizio per il Volontariato Etneo, Salvo Raffa, il quale ha incoraggiato calorosamente il volontariato a incontrare e intercettare gli attori istituzionali, evidenziando la virtuosità di una sinergia possibile tra scuola, agenzie educative
associazioni in grado, come nel caso del convegno, di dare un segnale completo e di utilità collettiva a favore tematiche quotidiane e urgenti.

Rilevante, per il presidente del CSVE, la scelta di Pozzallo quale sede del convegno: già luogo di nascita di Giorgio La Pira, padre costituente e sindaco di Firenze noto
per le sue lotte a favore della pace e della non violenza, del quale proprio lo scorso 5 luglio Papa Francesco ha riconosciuto la “venerabilità” per le virtù eroiche, Pozzallo rappresenta una delle porte d’Europa simbolo di un’accoglienza che coinvolge le reti di volontariato nel segno dell’accoglienza e della non violenza.

Nell'intervento di Veronica Veneziano, dirigente scolastico dell’istituto ospitante, la soddisfazione in merito all'esperienza particolarmente positiva che ha visto i giovani impegnati nel servizio civile e del volontariato, dedicarsi i ragazzi della scuola in attività postscolastiche.

Per la preside, il volontariato dimostra così di rappresentare una risorsa nel processo di formazione dei ragazzi, sostenendo e aiutando il mondo della scuola che così, svolgendo un ruolo essenziale per la crescita dei giovani, raccoglie i frutti di una sinergia ben congegnata sul territorio.

Altro taglio complementare quello offerto da Vincenzo Saito, magistrato in quiescenza già in servizio presso il tribunale di Ragusa, il quale si è soffermato sul’importanza del valore della famiglia e della scuola, essenziali agenzie educative che sul piano dello sviluppo di una cultura della legalità risultano fondamentali: all’interno del suo intervento, uno sguardo critico sulla cosiddetta “messa alla prova”, qualora la pena non sufficientemente espiata in maniera completa non si accompagni a politiche di educazione e prevenzione realizzabili solo se vi sono
solide basi che nella società civile che aiutano attivamente la formazione sul territorio.

Arricchente anche il contributo offerto dalle forze dell’ordine, nelle persone di Francesco Giacomo Ferrante, comandante della compagnia carabinieri di Modica, soffermatosi sul tema del bullismo e sulla necessità della prevenzione, e di Mariachiara Soldano, comandante del nucleo operativo radiomobile dei carabinieri di Ragusa, soffermatasi invece sulla prevenzione della violenza di genere, l’importanza della denuncia, dell’ascolto e della rete di volontariato, che sul territorio può raccogliere le istanze delle vittime e inoltrarle alle forze dell’ordine, contribuendo così in qualità di società civile a difendere quelle donne vittime di violenza spesso bloccate da paura o solitudine.

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