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Sbarco a Pozzallo, tra i migranti un bimbo di 8 anni: da un anno in viaggio da solo

La nave Diciotti nel porto di Pozzallo

Tra gli oltre 500 migranti sbarcati a Pozzallo dalla nave Diciotti della Guardia costiera ci sono anche molti bambini. Fra loro anche un piccolo di 8 anni, partito dall'Eritrea, che ha viaggiato da solo perchè i suoi genitori non avevano i soldi per tutti e tre. Lui ha lavorato nei Paesi che ha attraversato fino ad arrivare in Libia, dove è stato sei mesi prima di essere messo su un gommone e poi recuperato da una motonave e trasbordato sulla Diciotti.
Ha raccontato la sua storia senza paura e senza tremore nella voce ai volontari di InterSos che fanno parte del personale non governativo a bordo della nave della guardia costiera. Nel suo peregrinare, ha ricostruito, è stato "sempre solo", senza amici o qualcuno con cui confidarsi, anche per paura. Non si fidava e aveva paura. Per questo ha sempre parlato poco e lavorato per avere presto i soldi per lasciare la Libia, un Paese che ha lasciato in lui un ricordo comunque traumatico.

Il suo sogno, adesso, è lavorare e avere i soldi per fare arrivare in Italia i suoi genitori che pur di dargli un futuro hanno deciso di rischiare e di farlo partire da solo. E' uno dei dieci evacuati in anticipo da nave Diciotti e arrivato nel primo pomeriggio a Pozzallo. Era stanco, ma determinato. Lo sguardo deciso e pieno di forza di volontà. A guardarlo sulla passerella sembrava un adulto, che però, a sorpresa, si è sciolto in un grande sorriso quando un volontario della Croce rossa gli ha regalato un orso, in peluche, marrone scuro, un po' meno del colore dei suoi occhi. Che hanno cominciato a brillare, come quelli di un bambino. Che conosce già le insidie e le difficoltà della vita e certi suoi lati oscuri, ma che è, pur sempre, un bambino di 8 anni con un sorriso contagioso e trascinante.

Per lui adesso la possibilità di smettere l'apparente abito di un adulto e tornare ad essere se stesso: un ragazzino, in un porto sicuro, pieno di speranze per il futuro suoi e, spera, dei suoi genitori.

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