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Vittoria, vittima della mafia vince un ricorso contro il Ministero e accede ai fondi di solidarietà

Il Ministero dell’Interno è stato condannato al pagamento delle spese processuali dal Tribunale di Catania per aver violato la legge a tutela delle vittime di mafia, in forza di un erroneo parere espresso dall’Avvocatura Generale dello Stato. Non è la prima volta che il Ministero viene condannato per aver escluso ad una vittima di mafia il diritto di accedere al fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso in favore della ricorrente e condannato il Ministero al pagamento delle spese processuali.

Il Tribunale ha ribadito il principio di diritto che, in tema di accesso al Fondo di solidarietà, l’Amministrazione statale non si può arrogare alcun potere discrezionale, negare l’accesso in virtù di valutazioni di elementi ulteriori rispetto a quelli previsti dalla legge, o in forza di pareri dell’Avvocatura dello Stato che deroghino alla tassatività della legge. Ha ribadito altresì che gli aventi diritto al beneficio previsto dalla Legge 512/99 sono titolari di un vero e proprio diritto soggettivo. Ad essere riammessa al diritto soggettivo di accedere al Fondo di solidarietà una vittima di mafia, difesa dall’avvocato Giuseppe Nicosia del foro di Ragusa. "Siamo purtroppo in presenza di uno Stato - dice Nicosia - che tradisce le aspettative di giustizia, dapprima non assicurando un generale sistema di sicurezza che impedisca che la criminalità colpisca a morte i cittadini e, poi, negando quanto previsto dalla legge ai parenti di tali vittime in forza di valutazioni discrezionali sulle frequentazioni e sulla condotta in vita degli uccisi».

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