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Convalidato il fermo dei due siriani bloccati a Pozzallo per terrorismo

RAGUSA. Erano in contatto tra loro da diverso tempo i due siriani fermati sabato scorso nel porto di Pozzallo  mentre stavano per imbarcarsi sul catamarano per Malta; sospettati di terrorismo, per loro è giunta oggi la convalida del fermo. La decisione dei rispettivi Gip (per il maggiorenne quello del Tribunale di Ragusa, per l’altro quello del Tribunale dei Minori) è intervenuta perché su di loro, spiegano gli investigatori, si sono registrati «concreti elementi di riferimento verso attività quanto meno di sostegno eversive e/o di terrorismo, anche a seguito di numerose contraddizioni in cui sono incorsi».

Negli ultimi giorni prima del fermo, le comunicazioni tra loro, anche tramite whatsapp, si erano notevolmente intensificate. Questo è stato un altro elemento che ha portato gli investigatori a scandagliare meglio il loro passato e soprattutto la contradditorietà delle dichiarazioni rese dai due agli uomini della Digos di Ragusa, guidati da Vinzy Siracusano. I due siriani avevano negato in prima battuta di conoscersi, ma l'esame dei loro cellulari ha fatto subito crollare, agli occhi degli investigatori, la loro credibilità.

Ad insospettire da subito gli uomini della Dogana del porto di Pozzallo è stato il passaporto alterato del siriano minorenne, registrato per la prima volta in territorio italiano nell’hot spot di Pozzallo lo scorso 30 aprile, e poi trasferito in un centro di accoglienza di Caltagirone, dove era stato ospitato per quasi un mese. Successivamente gli uomini della Capitaneria di Porto di Pozzallo e della Guardia di finanza hanno controllato i movimenti di Walid Eibo di 25 anni, risultato residente nell’Isola di Malta da dove era arrivato, sempre a bordo del catamarano, nel primo pomeriggio del 24 e con l'intenzione di ripartire un’ora dopo con lo stesso mezzo ma in compagnia del minore giunto appositamente nel porto ragusano da Caltagirone.

I sospetti sui due siriani sono cresciuti quando, scorrendo la galleria delle foto dei due cellulari, sono state trovate immagini di kamikaze con cinture esplosive con il proclama «Da oggi nessuna pietà», scritto in arabo. Il minorenne ha dichiarato di aver avuto il cellulare con sé sin dalla partenza dalla Libia, avendolo ricevuto in regalo da un amico; ma la circostanza non è risultata veritiera perché i contatti col maggiorenne erano antecedenti alla sua partenza dal paese africano.

La convalida del fermo dei due siriani ha confermato il quadro indiziario fatto dalla Digos di Ragusa, che sta interloquendo con gli organi di polizia maltesi. «Vogliamo verificare - dice Siracusano - se i due avevano programmato una prosecuzione del viaggio del minore o di entrambi verso altre mete».

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