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Scuola chiusa a Ragusa, sì per il corsi dei migranti

RAGUSA. Catena e catenaccio luccicano di nuovo. Il cancello, con tanto di scritta a spray «Porcilaia», è sbarrato e, per il momento, non verrà aperto tanto spesso. L'edificio che a lungo ospitò un Istituto scolastico in piazza Carmine, accanto al convento dei frati, è ormai un deposito di scrivanie, armadi, sedie e ogni genere di residuo delle sedi distaccate dei Tribunali dopo la soppressione e il trasferimento a Ragusa di tutti gli uffici giudiziari della provincia.

Per buona parte, si tratta di roba inutilizzabile. Vecchie suppellettili da mandare in discarica, ma ovviamente ci vuole il via libera da parte dell'autorità competente. Pare che la richiesta, da parte del Comune, sia stata avanzata, almeno per capire cosa farci con quella montagna di roba che riempie una consistente parte del vecchio edificio. Vecchio sì, ma riutilizzabile. L'amministrazione comunale, qualche tempo fa, avviò l'iter necessario, partendo dalle analisi geologiche per capire se quell'edificio potesse essere riutilizzato o se si rendeva necessario raderlo al suolo magari per farci, come prevedeva inizialmente il piano particolareggiato dei centri storici, un parcheggio.

L'idea è di utilizzare parte di quell'edificio per le attività del centro d'istruzione per adulti, che al momento si appoggia alla scuola Vann'Antò. Il centro si occupa in particolar modo dell'alfabetizzazione d'italiano dei migranti, attualmente ha oltre 220 iscritti.

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