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Mafia a Vittoria, un testimone: "Così trovammo le armi"

VITTORIA. Nessuna sospensione dei termini di durata della custodia cautelare perché il numero degli imputati è esiguo, sono tre, e sono contestati solo 5 capi di imputazione. Il Tribunale collegiale di Ragusa composto da Vincenzo Panebianco (presidente), Elio Manenti e Eleonora Schininà a latere, scioglie la riserva in merito alla richiesta del pubblico ministero, Valentina Sincero della Direzione distrettuale antimafia di Catania nell'ambito del processo che vede alla sbarra per associazione mafiosa, Angelo detto Elvis Ventura, 29 anni, difeso dall'avvocato Salvatore Citrella e Jerry Ventura, di 27, difeso dall'avvocato Giuseppe Di Stefano, figli di Filippo Ventura ritenuto dagli inquirenti a capo del clan della «Stidda» Carbonaro-Dominante e Marco Di Martino, di 31, genero del presunto boss, difeso sempre dall'avvocato Di Stefano.

Si tratta dell'operazione «Reset» condotta dalla Squadra Mobile di Ragusa con il commissariato locale il 22 ottobre 2015 in esecuzione di un provvedimento della Dda. In un ripostiglio della casa abitata da Marco Di Martino venne rinvenuto un gran numero di armi: 5 fucili dotati di congegni di puntamento ottici per tiro di precisione, tre pistole, una penna-pistola, un giubbotto antiproiettile, materiale per fabbricazione di esplosivi, polvere da sparo, una pressa per confezionamento di cartucce e un migliaio di munizioni.

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