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Piano di sviluppo rurale, è polemica: "Inattuabile per molte imprese olivicole"

RAGUSA. “Siamo deficitari in superficie olivicola e in produzione. Ma come possiamo aumentarla se il nuovo Psr non ci permette di farlo? E per quanto riguarda i giovani, sinora aiutati dalla Comunità Europea, è giusto che non siano più presi in considerazione?”. Sono alcune delle domande che, senza non poche preoccupazioni, si pone il Presidente del Consorzio di Tutela dell’Olio Dop Monti Iblei, Giuseppe Arezzo. Uscito lo scorso fine anno, con enormi ritardi seppur con alle spalle una programmazione europea più che ventennale, l’attuale piano di sviluppo rurale risulterebbe, a detta di Arezzo, “inattuabile” per il settore olivicolo, se non con poche eccezioni riguardanti le aziende di grandi dimensioni, pochissime per la verità.

Nonostante fosse stato detto dalla Regione che sarebbero dovuti arrivare numerosi incentivi per la coltivazione di olive visto che la Sicilia avendo una superficie coltivata insufficiente è costretta a dover importare olio tunisino, il nuovo strumento regionale penalizzerebbe molti imprese agricole le quali avranno serie difficoltà ad accedere alle risorse previste dal piano di sviluppo. “Per accedere al bando – afferma Arezzo- un olivicoltore che produce DOP Monti Iblei deve disporre di una superficie olivicola di circa 9 ettari per raggiungere i fatidici 15.000 euro di PST (Produzione Standard Totale) previsti dallo stesso bando come reddito minimo per partecipare. Questo è un aspetto decisamente penalizzante perché da noi quasi nessuno ce li ha. Pertanto circa il 90% delle aziende verrebbe escluso, già solo per questo motivo. Inoltre, si va in contraddizione con il Piano Nazionale che stabilisce che un’azienda può dirsi tale se presenta circa 2 ettari di uliveto”.

Altra nota dolente, sembrerebbe essere data dalla voce relativa ai giovani imprenditori i quali aspettavano con ansia il nuovo bando al fine di poter completare i lavori avviati in passato grazie agli incentivi dati dalla CE. “I giovani in agricoltura- aggiunge il Presidente del Consorzio – si vedranno tagliate le ali perché se prima sono stati aiutati, avevano iniziato un percorso, ora non potranno portarlo a completamento perché non hanno delle superfici tali da poterlo fare”.

Altro aspetto è che nessun punto della misura 4.1 prende in esame la questione del biologico, su cui molto si è puntato negli anni passati vista l’importanza di una produzione sempre più rispettosa dell’ambiente agricolo. Infine, il bando pubblicato nel Dicembre 2016 dà tempi per la presentazione dei progetti che vanno dal 20 Dicembre al 10 Aprile, senza dare altri termini così come fatto negli anni precedenti creando non poche difficoltà per le poche aziende che volessero presentarli. Il Presidente Arezzo pertanto rivolge un appello all’Assessorato Regionale all’Agricoltura. “L’Assessorato è stato sempre attento alle istanze dei piccoli e medi produttori- afferma - e mi auguro che possa quanto prima mettere mano sulla questione. Ricordo che solo pochi mesi fa, fu pubblicato un bando che poi venne ritirato e ripubblicato. Spero che l’aver sollevato queste mie perplessità nonché preoccupazioni possano essere di sprono all’amministrazione regionale per poter rivedere il PSR, almeno per il settore olivicolo, nella speranza che gli altri settori non abbiano registrato problematiche simili”

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