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Coni Ragusa, sequestro da 600 mila euro. L'ex presidente ai domiciliari per peculato

Salvatore Cintolo, ex presidente Coni di Ragusa

RAGUSA. Terremoto in casa Coni di Ragusa. Con l'accusa di peculato, la guardia di finanza ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare - agli arresti domiciliari - nei confronti Rosario Cintolo, ex presidente e delegato provinciale.

Coinvolto nell'indagine anche un altro indagato, segretario regionale e direttore della Scuola dello Sport di Ragusa, Silvio Piazza.

Il provvedimento restrittivo arriva a seguito delle indagini sulla gestione dei contributi che la Regione Siciliana, nel periodo 2006 - 2012, ha messo a disposizione della Scuola Regionale dello Sport di via Magna Grecia.

I militari delle Fiamme gialle hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo di tutti i depositi monetari nella disponibilità degli indagati per valore complessivo di circa 600 mila euro.

Gli investigatori hanno verificato l'utilizzo di 800 mila euro di contributi erogati dalla Regione siciliana al Coni di Ragusa fra il 2006 e il 2012, e la gestione delle strutture della scuola regionale dello Sport. L'indagine è scaturita da un esposto-denuncia presentato dal responsabile dell'ufficio vigilanza del Coni di Roma, che ha segnalato la presenza di alcune gravi anomalie contabili sulle rendicontazioni che il Comitato provinciale di Ragusa inviava periodicamente. Le fiamme gialle hanno monitorato le transazioni contabili e finanziarie ed effettuato intercettazioni telefoniche contestando agli indagati di avere acceso un conto corrente cosiddetto «ombra», in quanto non autorizzato e non conosciuto dal Coni nazionale, e di avere fatto dichiarazioni mendaci inducendo in errore l'assessorato regionale allo Sport facendo sì che gli accrediti dei finanziamenti avvenissero su un conto non ufficiale e non su quello autorizzato.

Viene contestata una gestione personale e disinvolta che, attraverso prelievi fatti sia con assegni che per contanti, consentiva di svuotare sistematicamente il conto corrente creato ad hoc, utilizzando i fondi pubblici da destinare alle attività sportive per fatti privati e anche per l'acquisto di autovetture, imbarcazioni e altre utilità. È stata poi riscontrata una gestione clientelare delle strutture pubbliche da parte degli
indagati: la scuola dello Sport sarebbe stata messa a disposizione per eventi e manifestazioni senza che i proventi derivanti da queste concessioni venissero versati sul conto corrente ufficiale, ma intascati direttamente dagli indagati. Inoltre le strutture venivano concesse in locazione o in comodato d'uso gratuito, senza l'addebito di costi legati al consumo di luce, acqua e gas, che rimanevano a carico del Coni. Le carte sono state trasmesse alla Corte dei Conti regionale per ipotesi di danno erariale.

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