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"I bambini della notte", a Modica in scena il dramma dei piccoli soldati

MODICA. Ricordare i bambini in prossimità del Natale è una bella consuetudine che riporta alla felicità e alla spensieratezza dell’infanzia dove tutto è bello e possibile. Tuttavia un’ombra di inquietudine attraversa menti e cuori quando si pensa all’ondata di perversione e di follia che coinvolge parecchi minori.

Maltrattamenti, abusi, indottrinamento alla violenza fin dalla tenera età invadono le cronache dei nostri giorni lasciandoci inorriditi per la diffusione di tanto male. Bambini usati come spacciatori, scudi umani, combattenti, cecchini, spie; infanzia oltraggiata a cui sono stati strappati giocattoli, ore liete e sorrisi; bambini diventati strumenti nelle mani di adulti balordi, responsabili di crudeltà e oscenità compiute con vigliaccheria e brutalità, senza pietà e senza rimorsi.

Rompere questo cerchio infernale non è semplice, si può solo conoscere e far conoscere realtà assurde per denunciarle al mondo che forse non sa o peggio non vuole sapere respingendo l’assunzione delle proprie responsabilità.

Il teatro è stato da sempre una via privilegiata per l’accusa, la riflessione e il dibattito, ma anche potente strumento di incontro, di integrazione, di trasmissione di messaggi valoriali attraverso il racconto in forma artistica di storie vere o verosimili. La compagnia teatrale DAF di Messina, proporrà il 18 dicembre alle ore 19 presso l’auditorium Pietro Floridia di Modica (in piazza Matteotti) il monologo dell’attore Angelo Campolo "I bambini della notte"; seguiranno le testimonianze dei missionari presenti nel nostro vicariato ed eventuali confronti con il pubblico.

Lo spettacolo, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Mariapia Bonanate e di Francesco Bevilacqua, intende scuotere le coscienze assopite dal benessere. E lo fa attraverso la storia di Francesco, affermato manager italiano e della sua crisi spirituale, che sfocia in un viaggio in Africa.

L’uomo è alla ricerca di quel qualcosa di fondamentale di cui avverte la mancanza e che ritroverà con emozione e stupore crescenti in un ospedale di eccellenza disperso nella savana ugandese che ogni sera ospita i night commuters i bambini della notte in fuga dai signori della guerra. Una prospettiva dalla quale niente può essere pensato e vissuto più come prima.

La storia si snoda tra drammi come la guerra civile o l’epidemia di Ebola e il coraggio di medici e missionari. La Caritas propone allora questo momento perché non manchi il contatto con il mondo e perché Natale diventi riconoscimento di Gesù che continua a nascere nei poveri della terra. E però diventa anche occasione per essere più coraggiosi nell’amore.

Ci aiuterà pure la testimonianza dei nostri missionari, a iniziare dalla modicana Concetta Petriliggieri per più di quarant’anni in Africa, a contatto con situazioni di guerra drammatiche e quindi anche della devastazione dell’infanzia costringendo i bambini a fare i soldati. Ci saranno pure Suor Rachele Soria, padre Vittorio Bonfanti e padre Gianni Treglia, che sono stati per tanti anni in Kenja, Malì, Tanzania.

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