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Accusato di tentato rapimento, nessun processo per l'indiano. Ma è stato già espulso

RAGUSA. Si è chiusa con una sentenza di non luogo a procedere emessa ieri pomeriggio dal Gip del Tribunale di Ragusa la vicenda giudiziaria di Ram Lubhay, 43 anni, l'indiano accusato di aver tentato di rapire una bimba di 5 anni, il 16 agosto scorso, quando sul lungomare di Scoglitti fu fermato dai carabinieri e successivamente espulso dal territorio nazionale perchè era irregolare da 10 anni.

Il nullaosta e l'esecuzione dell'espulsione avvenuta il mese scorso erano il preludio ad una decisione del genere prese dal Gip Giovanni Giampiccolo, scrive il Giornale di Sicilia. È stato lo stesso pm Giulia Bisello a richiedere l'emissione del provvedimento di non luogo a procedere. Per la difesa, rappresentata dall'avvocato Biagio Marco Giudice, «resta solo il rammarico di non potere informare il signor Lubhaya - che si è sempre dichiarato innocente - sarà difficile per lui sapere che non si è proceduto nei suoi confronti.

La vicenda del fermo e della scarcerazione dopo poche ore dell'uomo aveva scatenato una serie di polemiche. E aveva portato all'invio di ispettori alla Procura di Ragusa da parte del ministro Andrea Orlando. I magistrati della Sottosezione di Ragusa della Anm avevano espresso la loro piena e convinta solidarietà alla collega Giulia Bisello che, "non solo si è attenuta alle norme del codice di procedura penale, che prevedono non possa disporsi il fermo di una persona per un delitto per il quale la legge stabilisce la pena della reclusione inferiore nel minimo a due anni, ma anche ad un principio fondamentale del nostro ordinamento, e ragione profonda del nostro essere magistrati: ricercare, studiare, valutare la concreta e vera dimensione del fatto per cui si procede, coglierne la portata e misurare la conseguente risposta cautelare o sanzionatoria.

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