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Furti per un milione di euro, sgominata banda di rumeni a Ragusa - Foto

RAGUSA. La Polizia di Stato di Ragusa ha sgominato un'organizzazione criminale, composta da cittadini rumeni, che operava in tutta la Sicilia.

Le indagini delle squadre mobili di Ragusa e Catania hanno accertato furti per quasi un milione di euro ai danni di concessionarie, negozi di elettronica, impianti fotovoltaici e tabaccherie.

Gli investigatori hanno recuperato oltre 30 auto rubate a concessionarie e privati, sventato altri 12 furti, arrestato nove persone in flagranza di reato e denunciato altre 14 per diversi reati. Durante l'operazione è stata catturata una latitante rumena, parente di uno dei membri della banda, che si era nascosta durante le perquisizioni.

I fermati nell'operazione denominata "Flex", su provvedimento del pubblico ministero Francesco Puleio della Procura della Repubblica di Ragusa, diretta da Carmelo Petralia, sono Costel Balan, di 24 anni, Ilie Alexandru Corodeanu, di 23, Ionut Petrinel Hagiu, di 21, Bogdan Lacatus, di 20, Iulian Moise, di 36, Marin Marcel Nedelcu, di 29, Mihaela Plesea, di 29, Alexandru Ionel Roman, di 30, Florin Stoian, di 25 e Cristian Zanoaga, di 21.

Secondo quanto accertato la banda era specializzata in furti presso concessionarie.

I membri dell'associazione utilizzavano il navigatore satellitare del telefono cellulare, segnando sulla mappa interattiva i luoghi da depredare ed a seconda della tipologia di merce e del valore del
furto, li contrassegnavano sullo smartphone con una, due o tre stelline.

La donna prelevava il gruppo che doveva occuparsi del furto presso le loro abitazioni, lo accompagnava sul posto e si allontanava un paio di chilometri. Attendeva una telefonata o un contatto via radio per ritornare a prendere i complici. Se qualcosa andava male perchè interveniva la Polizia, l'accordo era quello di fuggire a piedi per le campagne limitrofe ai luoghi appositamente scelti con vie di fuga facili e l'indomani altri complici sarebbero andati a riprenderli. I membri erano sempre in contatto via radio, che sono state sequestrate, così da non rischiare di essere intercettati telefonicamente.

Molte volte si accampavano con tende nelle campagne limitrofe ai depositi di materiale elettronico, agendo prevalentemente nelle zone industriali delle città. Il blitz durante il quale i componenti dell'associazione sono stati catturati è stata particolarmente complessa in quanto si è dovuto agire di giorno proprio perchè di notte tutti gli associati andavano a «lavorare» e spesso in posti diversi.

Inoltre, la particolare difficoltà è stata dettata dal fatto  che quasi tutti i fermati avevano una residenza fittizia, cambiavano casa ogni settimana e sempre nel quartiere San Cristoforo, densamente popolato e con irregolarità edilizie che non hanno permesso di effettuare una ricerca accurata prima delle catture sulle mappe catastali.

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