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Loris, nonno interrogato per 5 ore: "Nè assassino nè amante"

L'uomo è stato interrogato, in qualità di indagato, dal sostituto procuratore Marco Rota, alla presenza del suo legale, l'avvocato Francesco Biazzo

RAGUSA. «Sbigottito dalle accuse infamanti» della nuora, Veronica Panarello, che lo indica come il suo amante e l'assassino di suo figlio Loris. «Non si spiega il perchè lo abbia fatto», ma, Andrea Stival, nonno del bambino, nelle cinque ore davanti al sostituto procuratore di Ragusa, Marco Rota, resta ferma sulla propria posizione: «non l'ho ucciso io e non ho una relazione con lei». Dopo la nuova ricostruzione della donna lui è indagato per omicidio e occultamento di cadavere.

Durante l'interrogatorio, rivela il suo legale, l'avvocato Francesco Biazzo, Andrea Stival ha «respinto ogni accusa per l'omicidio del piccolo Loris e quella infamante di avere una relazione con Veronica Panarello e ha fornito chiarimenti su quanto aveva già detto». Nell'ora in cui il medico legale stima sia stato ucciso il bambino l'uomo, che convive con la compagna Andreina Fiorilla, sarebbe stato lontano dal luogo del delitto.  I due si sono svegliati nella prima mattinata. Poi la coppia è uscita intorno alle 10.15 ed è andata prendere un caffè, poi è andata in farmacia e quindi è entrata nel Vanity House, il negozio vicino casa di Veronica Panarello, e infine si è recata in un supermercato.

La ricostruzione è stata confermata da Andreina Fiorilla, che è stata sentita per poco più di due ore come persona informata sui fatti dal Pm Rota: «stavamo da poco insieme, perchè dovrei fornire un falso alibi a uno che ha ucciso un bambino?».

«Lui non ha bisogno di alibi perchè nessuno lo vede, mai, sui luoghi dell'omicidio - osserva l'avvocato  Biazzo - e in ogni caso il fatto che lui quella mattina si trovava con la compagna è stato confermato. Le telefonate con Veronica? Ci sono state e rientrano nella gestione di un rapporto assolutamente familiare».

Andrea Stival è entrato nell'inchiesta dopo che Veronica Panarello lo ha accusato di essere stato il suo amante e di avere ucciso Loris perchè non rivelasse la loro relazione. Sentita dal Pm Rota, il 19 febbraio scorso nel carcere di Catania dove è detenuta per omicidio premeditato e occultamento di cadavere, la donna ha detto che il bambino «aveva visto qualcosa che non doveva vedere». Prima ha aggiunto: «ci aveva visti mentre ci baciavamo in cucina». Poi, premettendo di «provare vergogna ancora oggi», ha precisato: «il 19 novembre 2014 i bambini erano a letto, pensavo che dormissero. Io e mio suocero abbiamo avuto un rapporto sessuale in cucina e Loris ci ha visti». Secondo Veronica «all'improvviso è entrato e ci ha beccati, è corso in camera sua e io l'ho raggiunto: ero disperata, lui molto arrabbiato». La ricostruzione di quella giornata, sostiene l'avvocato Biazzo, non è stata contestata a Andrea Stival durante l'interrogatorio.

Nella sua nuova 'verità', sempre smentita da Andrea Stival, Veronica ha spiegato di avere incontrato causalmente, il 29 novembre del 2014, il suocero per strada di averlo fatto salire in auto: lui si sarebbe seduto dietro, ma non sdraiato. Sarebbero entrati in casa e lui avrebbe ucciso il nipote, strangolandolo con un cavo usb, per impedirgli di rivelare la loro relazione. Poi sempre l'uomo avrebbe gettato corpicino nel canalone di contrada Mulino Vecchio di Santa Croce Camerina. La Procura, come atto dovuto, ha aperto l'inchiesta e ha delegato polizia di Stato, squadra mobile e carabinieri a verificare filmati e tabulati telefonici. Per il momento senza riscontri.

Il Gup di Ragusa, Andrea Reale, davanti al quale si celebra il processo a Veronica Panarello, col rito abbreviato,  ha concesso una proroga di 40 giorni ai periti e ai consulenti di parte per redigere e consegnare la perizia psichiatrica sulla donna. La prossima udienza prevista per il 17 marzo slitterà e sarà rinviata a un'altra data.

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