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La morte di Loris, Veronica torna in aula dal gup

Una consulenza di parte della difesa per confermare la tesi di un tragico incidente: «Il bambino strangolato dalle fascette»

RAGUSA. Dopo il rinvio chiesto dalla difesa alla luce dei nuovi atti depositati dalla Procura di Ragusa si torna stamani in aula davanti al giudice delle udienze preliminari del Tribunale Andrea Reale nel processo a carico di Veronica Panarello, imputata per avere ucciso il figlio Loris, di 8 anni, e di averne occultato il cadavere il 29 novembre dell’anno scorso alla periferia di Santa Croce Camerina.

Tra i documenti nuovi anche un’integrazione dei consulenti medico legali della Procura (Giuseppe Iuvara e Giovanni Bartoloni) sulla fascetta che lega i polsi a Loris Stival. La madre, nella nuova ricostruzione che punta sull’incidente a casa del bimbo, che si strangola da solo stringendosi una fascetta di plastica al collo, aveva detto che il figlio ne aveva anche ai polsi, indossati come dei braccialetti. La perizia sostiene un’altra tesi: Loris ha «segni di compressione da fascetta su entrambi i polsi, ma non nella parte interna, come se fossero stati legati con le mani giunte ed è verosimile l’ipotesi che sia stata applicata successivamente, dopo lo strangolamento».

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