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Scicli, Di Maria: «Salviamo l’ex Fornace Penna»

SCICLI. È una lenta e graduale agonia. L'ex fornace Penna, con affaccio sul mar Mediterraneo da Punta Pisciotto al confine fra Sampieri e Marina di Modica e definita dal critico d'arte Vittorio Sgarbi «basilica laica», è vittima delle indifferenze istituzionali che starebbero spianando la strada per il definitivo crollo del maggiore esempio di archeologia industriale presente in Sicilia.

Due gli interventi che si registrano in questi giorni e che parlano del degrado e dell'impossibilità ad intervenire. Uno è dell'architetto Salvo Di Maria, esponente del Partito democratico che, a voce alta, pone una riflessione circa le responsabilità istituzionali del crollo, lento e graduale, della Fornace e l'altro è del parlamentare regionale di Forza Italia, Giorgio Assenza.

Entrambi puntano il dito su questo bene che risulta essere sottoposto a cinque vincoli: quello di tutela della fascia costiera, quello paesaggistico, quello di immodificabilità dei luoghi, quello di bene culturale Archeologia industriale e l'ultimo che lo iscrive nella Carta regionale dei luoghi dell'identità della memoria.

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