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Loris, perquisiti tablet e profilo facebook di Veronica Panarello

Gli investigatori hanno portato in carcere alcuni tablet, compreso quello del piccolo, e la donna ha fornito le password per aprirli. L'operazione è iniziata alle 16 di ieri pomeriggio e si è conclusa alle 2 della notte scorsa

AGRIGENTO. Un decreto di perquisizione informatica della Procura di Ragusa è stato eseguito tra ieri pomeriggio e la notte scorsa nel carcere di Agrigento nei confronti di Veronica Panarello, la mamma di Loris detenuta per l'omicidio del figlio Loris di 8 anni.

Carabinieri del Ros e polizia di Stato hanno acquisito e fatto copie 'forensi' di copie di tablet e dei contenuti di profili su social network e di mail elettroniche. La donna avrebbe fornito le password di accesso di cui era a conoscenza.

Veronica Panarello non aveva alcun apparato nell'istituto penitenziario: gli investigatori hanno portato in carcere alcuni tablet, compreso quello di Loris, e la donna ha fornito le password per aprirli. Ha dato anche tutte le 'chiavi d'accesso' al suo profilo su Facebook e ai suoi indirizzi di posta elettronica.

Il decreto di perquisizione, come tecnicamente si chiama l'operazione, è stato disposto dalla Procura di Ragusa nell'ambito dell'inchiesta dell'omicidio di Loris Stival. Segue quello parziale che era stato eseguito il 17 dicembre scorso. Vi hanno partecipato Veronica Panarello e il suo legale, l'avvocato Francesco Villardita. L'operazione è cominciata alle 16 di ieri e si è conclusa alle 2 della notte scora. Tra gli altri apparati è stato 'aperto' anche il tablet di Loris, dove c'erano foto della sua famiglia .

La madre del piccolo ha avuto lunghi momenti di commozione, piangendo più volte davanti agli investigatori.  «La mia assistita - ha spiegato l'avvocato Villardita - ha fornito un'ampia collaborazione, direi di più: a 360 gradi. Ha pianto per ore, ma ha chiesto a carabinieri e polizia di fare presto per ottenere al più presto i risultati. Visto il suo comportamento e da quello che ho visto, in attesa degli esiti delle copie forense, non c'è alcunchè di rilevante dal punto di vista investigativo».

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